Delitto Chiara Poggi, indagato Andrea Sempio, amico del fratello

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Ci sarebbe una svolta nel delitto di Garlasco in cui il 13 agosto 2007 perse la vita Chiara Poggi e per il quale l’ex fidanzato Alberto Stasi sta scontando una pena di 16 anni di reclusione. A quanto si apprende da una esclusiva del Tg1, c’è un nuovo indagato per l’omicidio. E’ stato iscritto nel registro degli indagati, Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
L’indagato, all’epoca dei fatti poco meno che ventenne, era stato già oggetto di indagine da parte degli inquirenti, su richiesta dei legali di Stasi sul DNA ritrovato sotto le unghie della Poggi, ma le accuse erano state archiviate. La nuova accusa si baserebbe su nuove indagini sul DNA sviluppate con tecniche di nuova generazione.
Le accuse
Secondo il Tg1, l’accusa nei confronti di Sempio è di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi. L’indagato si sottoporrà domani 12 marzo all’esame salivare e al tampone presso la sede scientifica dei carabinieri di Milano.
Gli esami sono stati disposti in maniera coattiva dal gip di Pavia che conduce le indagini, dopo che Sempio, secondo quanto affermato dal legale di fiducia, Massimo Lovati, si è rifiutato la scorsa settimana di sottoporsi alle verifiche.
Il delitto di Garlasco
Chiara Poggi, ventiseienne laureata in economia, fu colpita a morte con un oggetto contundente mai ritrovato, forse un martello, mentre era a casa, una villetta in cui viveva con la famiglia a Garlasco, nella mattinata di lunedì 13 agosto 2007. Secondo gli inquirenti conosceva l’assassino, avendogli aperto la porta di casa in pigiama e in maniera spontanea, dato che non furono rilevati segni di effrazione all’interno dell’abitazione. La ragazza era sola in casa, poiché i genitori e il fratello erano in vacanza.
A trovare il corpo e dare l’allarme fu il fidanzato Alberto Stasi, 24 anni, incensurato, studente di economia all’Università Bocconi di Milano e in seguito impiegato commercialista. I sospetti si concentrarono subito su Stasi a causa dell’eccessiva pulizia delle scarpe, come se le avesse lucidate o cambiate dopo essere passato sul pavimento sporco di sangue e dell’assenza di sangue sui vestiti, come se fossero stati cambiati nonché di alcune incongruenze nel suo racconto.
Stasi fu arrestato il 24 settembre 2007, con un ordine della procura di Vigevano, ma scarcerato quattro giorni dopo per insufficienza di prove. Con la prosecuzione delle indagini le accuse su Stasi si fecero sempre più stringenti nonostante una prova regina non sia mai stata trovata.
Dopo tre gradi di giudizio e ripetuti processi, Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione nel 2015, sentenza confermata anche dalla Corte di giustizia europea a cui Stasi si era rivolto.
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