Luca Salvadori, la sua morte fa riflettere sui reali valori dello sport
Maria Grazia Piscitelli
21 Settembre 2024
È passata una settimana dall’incidente in cui Luca Salvadori, pilota e influencer ha perso la vita in un incidente durante le qualifiche della tappa finale dell’International Road Racing Championship.
Un contatto con un altro compagno ha scatenato l’incidente sul tracciato stradale di Frohburg; inutili i soccorsi, il trentaduenne ha riportato ferite tali da non dargli scampo.
Nel mentre si svolgeva la gara che avrebbe assegnato i titoli nelle classi Supersport e Superbike, il pilota tedesco Didier Grams, alla fine del primo giro è caduto in una curva; la caduta ha coinvolto altri piloti tra cui Luca, da qui la tragedia.
Salvadori era un esperto di motori e da poco si era avvicinato alle gare su strada. Le sue avventure venivano documetate puntualmente su You Tube e ciò lo aveva portato ad essere molto seguito, un punto di riferimento non solo per i tifosi italiani.
Con la Ducati aveva vinto il Campionato Italiano di Velocità in Salita e aveva deciso di andare a Frohburg per la prima volta nella sua carriera: era vicino a vincere il campionato, avendo ottenuto 4 vittorie su 6.
La Ducati ha voluto omaggiare Luca con un messaggio sul cupolino delle moto di ‘Pecco’ Bagnaia e di Enea Bastianini. Proprio Pecco Bagnaia, oggi, dopo la vittoria a Misano ha avuto un pensiero per Salvadori:
“Una piccola dedica a Luca che non basta. Ma penso che niente possa mai bastare. In ogni caso, poterlo portare in moto con me, per quella che sarà la mia carriera, secondo me è il minimo che io possa fare.”
Intanto, solo oggi sono stati fissati i funerali di Luca che si terranno mercoledì 25 settembre alle 14.30 presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Tante le iniziative in sua memoria, sia nel paddock della Superbike che in quello della MotoGP. A Misano alle 18.30 è stato commemorato con un minuto di silenzio; la medesima iniziativa si è svolta al Cremona Circuit, dove era in corso la prova del WorldSBK.
I due circuiti si sono associati in una grafica per ricordare Luca Salvadori e unirsi al dolore dei familiari.
Il gesto più significativo viene dal team Pistard a cui appartiene Filippo Rovelli, il pilota diretto avversario di Salvadori per il titolo, che ha deciso di non correre le ultime due gare del National Trophy 1000 così da consegnare il titolo a Luca.
Era “un ragazzo eccezionale, bravo, dolce, simpatico, solare. Chi come me ha avuto il piacere e la fortuna di poterlo conoscere, sa chi era Luca Salvadori”, le parole che un commosso Galesi, proprietario del team, ha voluto dedicare al trentaduenne.
“Volevo comunicare che con Filippo Rovelli abbiamo parlato di se andare a Imola o meno e naturalmente non c’è neanche da chiederselo.Noi non saremo presenti a Imola né a Cervesina a fare la gara. Saremo presenti lì come team solo per fare un saluto. Con questo gesto vogliamo far sì che Luca anche se non c’è più, da lassù possa festeggiare il titolo che ha inseguito per tanti anni. Quest’anno avrebbe potuto vincerlo perché aveva 4 vittorie su 6, ma purtroppo non potrà festeggiarlo.L’unico modo per fargli un saluto da parte nostra è quello di non partecipare alle ultime due gare per far sì che Luca possa festeggiare e vincere il titolo che ha sempre voluto”.
Commoventi anche le parole di Filippo Rovelli affidate ad un post sul suo profilo IG:
“Luca, sono anni che le nostre strade si incrociano in pista, ma mai come quest’anno ci siamo dati battaglia. Ogni gara è stata un vero testa a testa. Avevamo ancora due gare davanti a noi, due occasioni per sfidarci ancora una volta e continuare a crescere insieme. Ma oggi, per me, il campionato finisce qui. Non ha senso continuare senza di te in pista, senza la tua grinta, il tuo talento. Questo titolo è tuo, Luca, e te lo sei guadagnato con merito, gara dopo gara. Avrei voluto festeggiarti in modo diverso, stringerti la mano e dirti di persona che sei stato il migliore. Questo campionato è tuo, e lo sarà per sempre. Grazie per ogni momento vissuto insieme. Ti voglio bene”
Non siamo, fortunatamente, nuovi a gesti che celebrano “l’essere sportivi”, nel senso nobile del termine, piuttosto che lo sport in senso prettamente agonistico.
Dovrebbero essere la normalità, purtroppo sono ancora episodi che ci lasciano stupiti.
Perché è necessaria una tragedia come questa per farci riflettere sul reale significato dello sport?
Perché non possiamo viverlo tutti i giorni come quello che è? Un gioco, uno modo per stare bene fisicamente ma, al contempo, per confrontarci in maniera leale con gli altri?
Discorso populista? Forse o forse no se dobbiamo ancora una volta ribadirlo.
Interessi economici, politici (ahinoi anche la politica gioca il suo ruolo) hanno contaminato un mondo che dovrebbe essere svago e gioia, divertimento.
Le ultime Olimpiadi ne sono state un classico esempio tra strumentalizzazioni ideologiche e di potere: come dimenticare Imane Khelif ed il duro confronto che è scaturito sulla sua appartenenza ad un genere o ad un altro senza alcun rispetto per la persona?
Ecco, se pensiamo a quanto accaduto questa estate, nella massima manifestazione che celebra lo sport ed i suoi valori, i nostri interrogativi non sono poi così scontati.
Possiamo dire che forse, qualche barlume dell’essenza dello sport lo possiamo ancora trovare tra i ragazzini che giocano a calcio nei parchi, quelli che usano gli zaini per creare le porte, ed in chi, nonostante tutto, rinuncia ad un trofeo che un giorno sarà su una mensola a prendere polvere e che non dimentica cosa voglia dire essere “umano”.
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Tags: Luca Salvadori Sport