“Famiglie d’Italia” Insinna riparte con un game show basato su un format leggendario
Dopo l’addio alla Rai senza non poca delusione per il trattamento ricevuto da Viale Mazzini, Flavio Insinna ha cominciato una nuova avventura professionale a La7. La collocazione oraria è una che l’attore e conduttore conosce bene, quella della fascia preserale, ed il prodotto da presentare altrettanto, un game show basato su Family Feud, uno dei format più longevi della storia televisiva, in onda da ben 48 anni negli USA e distribuito in oltre 78 Paesi.
Famiglie d’Italia è il nome ufficiale della versione italiana, a partecipare sono due nuclei familiari, un capo famiglia e diversi round, un tabellone con un sondaggio aperto a otto risposte e la mano sul pulsante che deve essere pronta. Peculiarità del programma sono i sondaggi, non un semplice quiz show, in quanto le classiche domande sono sostituite da sondaggi che fanno parte alle abitudini degli italiani, le cui risposte possono arrivare anche dal consulto con gli altri componenti della famiglia che attraverso le fasce di età e di interessi possono contribuire a fornire la risposta esatta.
Un format che all’esordio ha raddoppiato gli ascolti della fascia oraria 18,30/20,00 fino alla scorsa settimana occupata dalle repliche di Padre Brown, il telefilm che raccoglieva l’1,2% di share e faceva infuriare Mentana, tanto da fargli scrivere in un post ai tempi del dissing con la Gruber “Comincio all’1% e a lei le lascio l’8% del mio Tg”. Parole lusinghiere sul conduttore e sul format sono giunte, durante la conferenza stampa di presentazione, da Andrea Salerno, direttore di La7:
“Giochiamo con un format americano, che abbiamo potuto cucire e adattare sulle corde di Flavio. Abbiamo fin ora registrato quindici puntate, lavorando poco a poco sul programma. Siamo molto soddisfatti del risultato. La rete in questo momento va bene”
Entusiasta per il nuovo progetto, Flavio Insinna, per il conduttore “Famiglie d’Italia” rappresenta la risposta delle famiglie alla televisione urlata:
“Ci stiamo divertendo, e si stanno divertendo le famiglie concorrenti. Non dovendo lavorare per forza posso dire di no per sempre. Questo per dire, ho accettato per divertimento. Se poi gli ascolti non girano, va bene uguale. Ce l’abbiamo messa tutta. La responsabilità la sento, c’è un investimento, però dico anche: se va male non lo facciamo apposta, ce la mettiamo tutta. E grazie a Famiglie d’Italia ho conosciuto persone straordinarie. Smettiamola di intendere la tv solo dal punto dei numeri. Se vogliamo fare i numeri vediamo le armi, visto il periodo… Questo è un mondo che mai avrei voluto immaginare, da amico di Gino Strada e di Emergency. Ecco: c’è bisogno di respirare e interrompere per un po’ le urla. Famiglie d’Italia è qui per questo”.
Il format rappresenta un’apertura verso un concetto contemporaneo e inclusivo, non giocheranno solo le cosiddette famiglie tradizionali, ma il concetto di unione e amore sarà declinato un tutte le sue accezioni :
“Se accetto di giocare con le famiglie, ovviamente ospitiamo tutte le famiglie possibili, inclusive e aperte – ha aggiunto Insinna. –Sarà una piazza allegra dove poter giocare, dove potersi divertire e, alla fine, magari anche vincere. Famiglia è aggiungere un posto a tavola. Che vuol dire la tradizione? Nel 2024 si parla di famiglia tradizionale? Einstein l’ha detto cento anni fa: basta l’amore. Ci sono famiglie legate dall’affetto. La vera sfida invece è trovare un nucleo che si sposti, in blocco, per partecipare al programma. Mica è facile!”
Il conduttore si è soffermato sulla sua libera scelta non dettata dalla voglia di apparire per forza, ha accettato il cambiamento perchè crede nel progetto :
“Pensate, nello studio della mia agente, c’è la brochure del programma originale. Ce lo avevano proposto già nel 2016, ma dissi di no. Ci sono quattro età nel campo artistico. Lo studio e l’improvvisazione, l’affermazione, i ringraziamenti, fondamentali per restituire ciò che hai insegnato. Poi la quarta età, l’ultimo inchino, il congedarsi prima che sia troppo tempo. Mi godo questo periodo: il format americano è fighissimo, abbiamo provato a cucirlo per il gusto della produzione, e per le mie corde di presentatore”.
Il programma si registra agli Studios sulla Tiburtina, a poche centinaia di metri dalla stazione, ma soprattutto accanto allo studio in cui negli anni 2010 si registrava Affari Tuoi prima che lo storico stabilimento cinematografico poi convertito in studi televisivi, fosse acquistato dalla Rcs di Urbano Cairo, proprietario de La7. Un pò un ritorno alle origini per Insinna, che sul finire del suo intervento ha fatto un accenno al suo passato in Rai :
“La Rai? Entravo che ero ragazzino, me ne sono andato adulto. Lì c’è la mia vita, e ci sarà sempre riconoscimento”.