Diddy, un giudice di New York tuona “Chi lo accusa non deve restare anonimo, altrimenti niente causa”
Giuseppe Scuccimarri
31 Ottobre 2024
Dopo tanto reclamare sembra che gli avvocati di Sean”Diddy” Combs stiano cominciando ad ottenere qualche provvedimento per tutelare il loro assistito. Da tempo i legali del rapper chiedono di conoscere i nomi di chi lo accusa al fine di poter meglio organizzare la sua difesa e ieri sembra che tale richiesta sia stata accolta da un giudice del distretto meridionale di New York.
A quanto si apprende dal portale Page Six, che è riuscito ad accedere ai documenti legali, a una donna che ha accusato Combs di averla aggredita sessualmente a una festa due decenni fa è stato ordinato di rivelare la sua identità. Il giudice Mary Kay Vyskocil ha stabilito che la donna, presentatasi con il nome fittizio di Jane Doe nella causa, dovrà identificarsi con il suo vero nome o la causa sarà respinta.
Il giudice ha convenuto che Doe ha “un interesse a mantenere privata la sua identità data la natura sensibile delle sue accuse per il controllo pubblico della sua privacy, tuttavia avendo deciso di intentare una causa in cui accusa un personaggio famoso di essersi reso responsabile di una condotta atroce 20 anni fa e avendo indicato come complici della condotta criminosa di Diddy, un certo numero di aziende, ritiene che la vittima, non possa portare all’attenzione dei giudici un tale fardello di accuse mantenendo l’anonimato”. Alla donna è stato quindi richiesto di presentare nuovamente la causa entro il 13 novembre, con il suo nome in allegato, in caso contrario l’accusa verrà respinta.
La donna è una delle 120 presunte vittime rappresentate dall’avvocato del Texas Tony Buzbee. Page Six ha contattato Buzbee e i rappresentanti di Combs per un commento. Nei documenti depositati, ottenuti da Page Six, la donna, nei documenti giudiziari citata come Doe, ha affermato che lei e la sua amica sono state rinchiuse in una camera d’albergo a New York City con Diddy, dopo essere state invitate a un afterparty dai suoi soci nel 2004.
Nelle accuse la donna ha dichiarato che Combs l’ha aggredita sessualmente dopo aver minacciato di uccidere lei e la sua amica se non avessero rispettato le sue richieste sessuali. I legali di Diddy hanno negato l’accusa al portale TMZ, dicendo: “In tribunale, la verità prevarrà: che il signor Combs non ha mai aggredito sessualmente nessuno – adulto o minore, uomo o donna”. Altre vittime di violenza sessuale da parte del rapper sono rappresentate da Buzbee, alcune accuse includono minori all’epoca dei fatti, femmine e maschi. Le loro cause coprono un arco temporale di circa tre decenni, dal 1991 ad oggi, ma la maggior parte dei reati sono stati compiuti tra il 2000 e il 2010.
A causa dell’enorme castello accusatorio che lo riguarda, Diddy è detenuto senza possibilità di cauzione al Metropolitan Detention Center di Brooklyn, NY, un carcere notoriamente duro. Il rapper continua a proclamare la sua innocenza e uno dei suoi avvocati, Jonathan Davis, ha detto tempo fa a Page Six che “non importa quante cause vengono intentate, non cambierà il fatto che il signor Combs non ha mai aggredito sessualmente o trafficato sessualmente nessuno”. Il processo di Combs è fissato per il 5 maggio 2025, lo stesso giorno del Met Gala.
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