Il Live n.5 di X Factor si apre con l’omaggio di Paola Iezzi e Giorgia a due regine della musica: Madonna e Whitney Houston.
Senza paura di essere smentiti, anche un omaggio alle due performer, tra le piacevoli scoperte di questa edizione.
Giorgia si conferma perfettamente centrata ed a suo agio nel ruolo di timoniere. Paola, dal canto suo, ci ha mostrato una versione inedita di sé stessa: una grande umanità ed una gentilezza che probabilmente erano state un po’ sacrificate sull’altare del personaggio.
Anche ieri sera ci sarebbe dovuta essere una doppia eliminazione ma Giorgia, proprio nel momento in cui dava il via alle danze, rivela che l’eliminazione sarebbe stata una sola.
Parte dunque la gara e i concorrenti si cimentano con i loro inediti.
I primi a salire sul palco sono i Les Votives, team Lauro, con Monster, scritta e prodotta dal trio. Beh, che dire, i ragazzi di talento ne hanno da vendere ed il loro brano ne è una chiara dimostrazione.
Un rock dal sapore britannico, un sound internazionale ma nulla di scontato o già sentito. Ulteriore plus, una canzone che potrebbe tranquillamente essere trasmessa dalle radio e non risultare fuori posto.
Anche l’esibizione nel round delle cover è da applausi.
La loro versione di You know I’m no good di Amy Winehouse è l’esempio di come siano padroni dei propri mezzi, riuscendo a portare nel loro mondo un brano che, sulla carta, da quel mondo dista anni luce.
Il secondo talent a salire sul palco è Lowrah, unica concorrente rimasta in gara del team Iezzi. Il suo Malasuerte, però, è l’inedito più scontato e banale tra quelli ascoltati ieri e, purtroppo, non solo in termini relativi.
Un insieme di cliché sia nella scrittura che a livello musicale, una Baby K versione 4.0 che, seppur abbia dato ampia dimostrazione di saper cantare, preferisce rimanere intrappolata in un mondo in cui, purtroppo, essere originali è ormai impossibile.
Lowrah si sente nel suo, onestamente l’abbiamo vista in altri generi e ci era apparsa più convincente.
Le performance dei Punkcake di ieri sera sono state le più belle in assoluto tra quelle offerte dal gruppo del team Agnelli.
Sia con l’inedito, Gloom, sia con la cover, Maps degli Yeah, Yeah, Yeahs, ci hanno fatto vedere davvero di cosa sono capaci, al di là di esibizioni fatte più per stupire che per portarci nel loro mondo musicale.
Il punk c’è, si sente, è vivo e vegeto e perfettamente in linea con le attuali sonorità del genere.
Ci lascia un po’ perplessi l’inedito di Francamente, unica concorrente del team La Furia. Sonorità raffinate anni ’80, richiami, neanche troppo velati al cantautorato di Franco Battiato o di Giuni Russo, questo è Fucina.
C’è però, un mood radical chic di fondo che in qualche modo disturba ed il brano stritola un po’ la particolarissima vocalità della cantautrice.
Molto bella la cover di Believe di Cher nella seconda manche. La versione proposta da Francamente da finalmente rilievo al testo, denso di significato e quasi sempre sottovalutato nelle varie versioni che del brano sono state fatte.
L’inedito dei Patagarri mette tutti d’accordo. Caravan è un’esplosione di musica e colore che avvolge il pubblico.
Per assurdo, dopo tante settimane di dibattito, anche abbastanza sterile, su quale possa essere il loro futuro “discografico” (che dovrebbe però essere il mezzo e non il fine) i ragazzi danno prova di averlo un futuro in tal senso, eccome. Dance, gipsy, rap, in un ensemble equilibrato e ammaliante.
Nella seconda manche i ragazzi si esibiscono in un medley di Tu vuò fa l’americano e Bella Ciao. Comprendiamo il punto di vista di Manuel Agnelli se i ragazzi avessero calcato la mano su un brano che non è solo una canzone ma un inno. A noi onestamente l’idea di fare qualcosa, in un momento in cui tutti stanno zitti, come giustamente ha sottolineato La Furia, è piaciuta.
Ricordiamo, tra l’altro, che Achille Lauro, il giudice dei ragazzi, al concerto del Primo Maggio si è esibito cantando la carta dei diritti; utilizzare la sua musica per lanciare messaggi non è una novità.
Mille concerti è il titolo del brano inedito di Lorenzo Salvetti, team Lauro. Scritto dal diciassettenne, il brano parla ai suoi coetanei in modo diretto e non scontato. Lorenzo ha talento, ne è consapevole in maniera equilibrata e lo sa usare.
Bella anche la sua versione di Tango di Tananai. E’ il suo mondo e lo ribadiamo, ci piace così.
Ultima ad esibirsi nel suo brano inedito è Mimì. Dove si va è stata scritta da Madame e porta tutti i tratti distintivi della sua autrice. Per le cover Mimì ci incanta con una versione leggiadra e poetica di Lilac Wine nelle versioni di Nina Simone e Jeff Buckley.
La potenza vocale della giovane artista è indiscussa. Il brano di Madame è fresco e contemporaneo ma non le sta a pennello.
Al ballottaggio vanno Lowrah, la meno votata della prima manche e, incredibilmente, i Punkcake e qui una breve riflessione è d’obbligo. Possibile che la prima sera in cui i ragazzi fanno davvero musica vengano penalizzati mentre in altre serate, dove la musica era solo di contorno, siano stati premiati?
Da una parte viene “punito” il mainstream, dall’altra il punk. Cosa vuole ascoltare il pubblico? I segnali che ci arrivano sono contrastanti. Fatto sta che il team Lauro è ancora integro e questo ci da ancora una volta la misura di quanto il giudice sia amato dai social, amore che si riversa, per la proprietà transitiva, sui suoi giovani talenti.
A lasciare il palco di X Factor è Lowrah, Jake La Furia, ultimo a dover decidere, si è assunto la responsabilità e non ha voluto ricorrere, ancora una volta, al tilt.
Ultima considerazione, dovuta. Che il mood peace and love sia artato e non reale ce lo conferma l’insofferenza di Manuel Agnelli durante tutta la serata che, probabilmente, a fine serata, sarà ricorso a qualche antidolorifico per la lingua che si è morso in più occasioni.
Ribadiamo il concetto: no agli scontri personali e fuori luogo, ma il confronto educato tra i giudici è parte integrante dello show e aiuterebbe i concorrenti a crescere.
Infine, la nostra solidarietà proprio a Manuel Agnelli, oggetto di offese e minacce, come lui stesso ha rivelato, per le sue opinioni sui Patagarri.
Ecco, siamo tutti fan dei Patagarri, ma veramente si è raggiunto sui social un livello bassissimo di maleducazione e ignoranza. Il dissenso, se c’è, è giusto esprimerlo ma l’inciviltà deve essere condannata, sempre e comunque.