Sanremo Giovani, semifinale: nessuna sorpresa, passano i favoriti
La semifinale di Sanremo Giovani vede ancora affrontarsi, in sfide one to one, i 12 artisti che, nelle puntate precedenti sono stati promossi dalla giuria composta Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia a cui si aggiungono i due giurati “non in onda”, Claudio Fasulo e Carlo Conti.
La prima sfida è Grelmos vs Settembre
Grelmos-Flashback: poco da aggiungere a quanto già detto dopo la prima esibizione di Greta Jasmin El Moktadi, testo pieno di cliché, l’autotune che la fa da padrone, movenze da video di TikTok con tanto di ammiccamenti che stridono con il testo del brano.
Settembre – Vertebre: il testo del brano è intenso e attuale, accompagnato da una interpretazione che lo esalta senza inutili eccessi. Settembre ha un grande controllo della voce e il messaggio arriva tutto, musicalmente ed emozionalmente.
Il paragone è oggettivamente impari, come se la giuria avesse creato le “sfide” per rendersi facile il compito, avendo già bene in mente, e non da ieri sera, chi portare in finale.
Passa , dunque, giustamente, Settembre.
La seconda sfida vede Vale Lp e Lil Jolie vs Arianna Rozzo
Vale Lp e Lil Jolie – Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore: L’esibizione è sicuramente più centrata rispetto alla precedente. Il duo riesce ad uscire dalla propria bolla e a coinvolgere il pubblico. Il testo del brano è, contrariamente a quanto il ritmo suggerisce, molto profondo ed attuale e in questa occasione sono riuscite a farlo arrivare.
Arianna Rozzo – J’adore: Poco da dire, il brano è in linea con il mercato discografico attuale, ritmo e un ritornello catchy inserito in un calderone di frasi senza senso e senza nesso in cui, a caso, viene citato anche Aldo Moro. Cosa nn si fa per una rima.
Anche in questo caso l’esito della votazione dei giurati è scontato, passano Vale Lp e Lil Jolie, d’altronde sarebbe stato uno scandalo il contrario.
La terza sfida propone Tancredi vs Alex Wyse
Tancredi– Standing ovation: Brano interessante anche se, nell’insieme un po’ scontato. Tancredi sul palco ci sa stare e meriterebbe sicuramente, più di alcuni dei “big” annunciati, un posto al Festival.
Alex Wyse – Rockstar: Con la voce Alex può fare qualsiasi cosa, e non lo scopriamo oggi. Il brano, come già detto, e lo riconfermiamo, ricorda, nelle parte iniziale delle strofe, pre e post ritornello, Eternity di Robbie Williams ed in generale il pop inglese a cui, evidentemente, si ispira.
Questa è stata sicuramente l’unica sfida non facile per i giurati. D’altronde i due ragazzi si assomigliano molto e la presenza di entrambi in finale sarebbe stata una sovrapposizione.
Passa Alex Wyse ma Tancredi, giustamente, non si arrende e ci riproverà.
La quarta sfida è Mew vs Questo e Quello
Mew – Oh my God: Il talento di Mew è innegabile. Certo il brano proposto non lo esalta, anzi, lo mortifica e, come giustamente fatto notare da Daniele Battaglia, ci si perde più nel guardare che nell’ascoltare.
Questo e Quello – Balla bella: Ci sono canzoni che, per essere apprezzate o capite, devono essere ascoltate anche due o tre volte. Non è sicuramente questo il caso. Il secondo ascolto conferma pienamente quanto già detto sul brano, è da villaggio vacanze e non a cinque stelle. Ci sta la leggerezza ma non è detto che debba essere sinonimo di banalità o superficialità.
Per quanto divertenti i Questo e Quello, per chi si diverte con poco, nessuna sorpresa che a passare il turno sia Mew.
Quinta sfida, Angelica Bove vs Mazzariello
Angelica Bove – La nostra malinconia: su Angelica è stato detto tutto, bello il testo, ritmo giusto, elegante e raffinata senza risultare snob.
Mazzariello – Amarsi per lavoro: tornando al discorso della leggerezza, Mazzariello è la dimostrazione che si può essere leggeri senza essere superficiali o scontati. Il testo è semplice ma non banale ed il messaggio arriva.
Anche in questo caso i giurati si sono trovati a scegliere tra due artisti che, nell’ottica di rappresentare un po’ tutti i generi, si sovrappongono. Passa la più blasonata Angelica ma Mazzariello contiamo di riascoltarlo presto.
La sesta e ultima sfida vede Bosnia vs Selmi
Bosnia – Vengo dal sud: Forse a qualcuno il genere non farà impazzire ma è indubbio che Bosnia abbia portato un brano molto ben costruito, diverso da ogni proposta ascoltata nel contest e non solo. Il coraggio di essere una voce fuori dal coro c’è.
Selmi – Forse per sempre: il pensiero già espresso non cambia, il brano è il giusto compromesso tra Claudio Baglioni e Tananai o Gazzelle, con un tocco, nel ritornello, anche di Enrico Nigiotii e la sua Nonno Hollywood. I riferimenti sono ben presenti ma altrettanto ben dosati.
Passa Selmi, d’altronde, scegliere Bosnia avrebbe richiesto una gran dose di coraggio e Carlo Conti lo ha esaurito tutto portando Tony Effe, Fedez ed Emis Killa all’Ariston.
In generale, senza timore di essere smentiti, alcuni degli artisti visti nel contest avrebbero meritato l’accesso diretto al Festival. Farli passare per Sanremo Giovani da l’idea di un escamotage per implementare le già pingue quote delle case discografiche.
Del resto, ormai, è tutto nelle loro mani.