Maria Rosaria Boccia denuncia tutti nel silenzio generale, oltre Sangiuliano, politici e giornalisti
Maria Rosaria Boccia non ci sta e denuncia, continua con determinazione a dare picconate contro il muro di omertà e diffamazione che sta cercando di ostacolare il suo cammino verso la verità. Nonostante Report abbia fatto luce sul caso che la ha riguardata direttamente la scorsa estate, c’è chi oltre a non chiedere scusa continua ad esercitare il suo potere affinché gli abusi di ufficio di un ex ministro vengano insabbiati e la stampa faccia finta di non sentire.
La prevaricazione di un uomo di potere su una collaboratrice
Quanto sta accadendo è la prevaricazione di un uomo di potere su una sua collaboratrice, lo strabordare di una determinata cultura maschilista sulle verità messe in piazza da una donna armata di prove e tanto coraggio. Maria Rosaria Boccia sta tentando in tutti i modi di fare conoscere come sono andate le cose, ma trova le porte chiuse a causa di chi ha dato ordini ben precisi affinché a lei non sia data la parola.
E così mentre l’ex ministro Sangiuliano sfrutta il nome della sua ex collaboratrice per riempire le sale in cui presenta il suo libro, la Boccia è costretta a ricorrere ai tribunali per vedere riconosciuti i suoi diritti e per difendersi da una narrazione a senso unico.
Le querele presentate da Maria Rosaria Boccia
Stamattina Maria Rosaria Boccia accompagnata dal suo legale, Dott. Francesco Di Deco, si è recata presso la Caserma dei Carabinieri di Pompei, per le attività inerenti a diverse querele sporte da lei stessa, non solo nei confronti dell’ex ministro Sangiuliano, ma anche nei confronti di politici, funzionari amministrativi, blogger e giornalisti.
Da quanto si apprende dal portale Dagospia, al momento la Boccia ha sporto querele per diffamazione aggravata (art.595 comma 3 c.p) contro la deputata Annarita Patriarca, il Prof. Francesco D’Andrea, Fabrizio Corona, l’Avvocato Annamaria Bernardini De Pace, Andrea Petrella (capo ufficio stampa del ministero della Cultura), Paolo Mieli, che la ha definita in varie occasioni “pompeiana esperta”, Massimo Magliaro, ex braccio destro di Almirante e Davide Maggio.
Insieme a loro ovviamente l’ex ministro della Cultura, Sangiuliano, querelato una prima volta dalla imprenditrice per calunnia (art.368 c.p) ed una seconda volta sempre per lo stesso reato, al quale si è aggiunta la denuncia per atti persecutori (art.612 bis c.p).
Una serie di querele e persone coinvolte che meriterebbero quantomeno una menzione se si pensa che a parti invertite, quando l’ex ministro è andato in Procura, tutti i giornali sono usciti con titoloni in prima pagina, in cui la Boccia sembrava fosse stata già condannata. In tutto ciò il Garante per la Protezione dei Dati Personali mentre si è sbrigato a rispondere all’ex ministro, con la Boccia nicchia e perde tempo.
E’ stata proprio l’imprenditrice campana il 20 dicembre scorso a fare presente sui social questa distonia:
“In data odierna, per il tramite dello Studio Legale che mi rappresenta, sono stata costretta nuovamente a sollecitare l’intervento del Garante. Solo ieri ho ricevuto a mezzo mail una singolare richiesta a seguito delle mie istanze: si chiede di trasmettere all’Autorità l’esposto presentato dalla Dott.ssa Maria Rosaria Boccia.
Ricordo che il Garante per la Protezione dei Dati Personali è un’autorità amministrativa indipendente italiana istituita dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675, per assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali.
Quindi l’Autorità dovrebbe intervenire in relazione ai numerosi solleciti recapitati e non in merito ad esposti/querele di stretta competenza dell’Autorità Giudiziaria oltretutto coperto da c.d. segreto.
Sottolineo, inoltre, la disparità di trattamento. La stessa Autorità, infatti, su istanza dell’ex Ministro ha emanato una nota in poche ore, mentre le mie richieste dalla fine del mese di ottobre, risultano ad oggi ancora inevase.”
In tutto ciò Sangiuliano, non ha subito alcuna perquisizione, non è ancora indagato e quanto emerso a suo carico dall’inchiesta andata in onda su Report, con l’evidenza di responsabilità inequivocabili, non sta ricevendo le dovute attenzioni dai media e dalla magistratura.
Servilismo e pressioni
Un comportamento che ancora una volta accende i riflettori sul servilismo e le pressioni a cui è soggetta certa stampa. Sulla Boccia persona si è speculato in lungo e largo, è stata messa in dubbio la sua onorabilità, la sua professionalità, addirittura le competenze e i titoli di studio, nonostante da anni operasse in materia di eventi e cultura. Su un ex ministro fedifrago e con palesi opacità nell’operato si preferisce tacere.
Cosa succede? Maria Rosaria Boccia deve pagare per qualcosa che non ha commesso? In questa Italia ancora schiava di dietrologie culturali, dà ancora così fastidio una donna coraggiosa che non resta in silenzio di fronte a chi la vuole sminuire e infangare? Come mai la si vuole isolare e mettere in un angolo? Di che cosa alcuni signori della politica, della stampa e della cultura hanno paura? E’ più che mai arrivato il momento di fare chiarezza.