Un nuovo capitolo si apre nella vicenda giudiziaria di Enrico Varriale, l’ex vicedirettore di RaiSport, accusato da una donna di stalking e lesioni.
Il caso, su cui indagata la Procura di Roma, ha visto la donna testimoniare in tribunale, raccontando gli episodi che l’hanno portata a denunciare l’ex dirigente.
La denuncia delle violenze
La donna ha descritto in dettaglio i presunti maltrattamenti subiti:
“Mi ha dato uno schiaffo a piene mani che mi ha fatto cadere. Gli attacchi di panico sono cominciati dalla sera stessa. Quando volevo scappare e lui mi ha chiusa a chiave, ho iniziato ad avere questa sensazione di panico, era una sensazione di pericolo, soffocamento, tremore”
ha dichiarato durante la sua deposizione. Le conseguenze fisiche e psicologiche di questi episodi sono state devastanti:
“Non riesco più a uscire da sola, non riesco più a farmi una passeggiata da sola, a camminare per strada, mi guardo sempre intorno. Quando vado a lavoro sono sempre accompagnata. Mi hanno trovata in posizione fetale. Non riesco più a farmi toccare il viso, mi ha lasciato segni, perché dopo qualche giorno ho iniziato ad avere aderenze sulla parte sinistra. Mi ha preso in pieno con tutta la mano. Io peso 47 chili, è facile mandarmi giù con uno schiaffone. Ancora oggi con una cannula devono entrare e scollare i tessuti perché si formano queste aderenze dovute al trauma”
ha aggiunto.
La donna ha anche descritto le misure che ha dovuto prendere per sfuggire alla paura e all’angoscia. Dopo i fatti, ha deciso di lasciare Roma, come riferisce il racconto pubblicato da Repubblica:
“Sono dovuta andare via il 19 dicembre perché già ero devastata, terrorizzata dall’8 dicembre. Da quel giorno continuava a mandarmi messaggi, a mandarli ai miei figli, a fare telefonate e venire sotto casa, a citofonare. Ho preso le mie precauzioni con le denunce, cerco di evitare qualsiasi cosa che mi possa mettere in pericolo”.
La seconda accusa a carico del giornalista
Questo nuovo processo aggiunge ulteriore attenzione alla figura di Enrico Varriale, già al centro di un altro processo per violenza. La giustizia dovrà fare il suo corso per stabilire le responsabilità e garantire che la verità venga alla luce.