Un gesto disperato dettato dall’impossibilità di avere figli ha scosso Cosenza martedì pomeriggio.
Rosa Vespa, 51 anni, ha rapito una neonata di appena un giorno dalla clinica “Sacro Cuore” della città. Ad attenderla fuori, il marito Aqua Moses, 43enne di origini senegalesi. La coppia è stata fermata dalla polizia nei pressi di Castrolibero dopo tre ore di ricerche. La piccola è stata immediatamente restituita ai genitori, mettendo fine a ore di angoscia.
La dinamica del rapimento
Secondo i testimoni, una donna si sarebbe introdotta fingendosi puericultrice, con l’aiuto di un uomo, per portare via la piccola.
Le telecamere interne hanno ripreso la donna mentre si avvicinava a un ovetto, cercando di sistemare la neonata al suo interno, ma non riuscendo nell’intento. Alla fine, i due si sono allontanati: lei con la bambina in braccio, lui con l’ovetto, salendo su un’auto e facendo perdere le proprie tracce.
L’intervento delle forze dell’ordine
Coordinati dal questore Giuseppe Cannizzaro e dal capo della Mobile Gabriele Presti, gli agenti hanno agito rapidamente. Grazie alle telecamere di sorveglianza, è stato possibile individuare la donna, ripresa mentre lasciava la clinica con la neonata.
Fermata alle 22, Vespa ha indicato la culla della bambina, che si trovava nella sua abitazione decorata a festa per l’arrivo di un neonato maschio.
“Abbiamo trovato un fiocco azzurro e ospiti presenti per una festa di nascita”
ha raccontato il commissario Claudio Sole.
Un piano costruito nei minimi dettagli
Rosa Vespa aveva simulato una gravidanza per nove mesi, raccontando a parenti e amici di aspettare un bambino.
Sui social aveva persino annunciato la nascita del piccolo “Ansel”, condividendo foto e ricevendo auguri ignari della finzione. Quando gli agenti hanno fatto irruzione nella casa, hanno trovato la bambina vestita di azzurro in una culla addobbata per un maschietto.
Secondo il commissario Sole, la donna non ha opposto resistenza al momento dell’arresto.
“Ci ha solo indicato la stanza dove si trovava la piccola. Poi è caduta in un mutismo totale”.
Le motivazioni e le indagini
Interrogata dal pm Antonio Bruno Tridico, Vespa ha giustificato il suo gesto con il dolore per non poter avere figli.
Gli inquirenti stanno valutando anche il ruolo del marito, che potrebbe non essere stato a conoscenza del rapimento. Inoltre, una testimonianza suggerisce che Vespa potrebbe aver tentato un rapimento simile in passato.
Sicurezza della clinica sotto esame
Gabriele Presti ha dichiarato che non c’è alcun collegamento tra la famiglia della neonata e i sequestratori. Le indagini si concentrano ora anche sulla sicurezza del reparto nascite della clinica.
Saverio Greco, legale rappresentante del gruppo proprietario della struttura, ha spiegato:
“I due sono entrati durante l’orario di visita, dichiarando di essere parenti. Il sistema di videosorveglianza ha però funzionato, consentendo una rapida identificazione”.
Greco ha aggiunto che quanto accaduto spingerà la struttura a rivedere le procedure di controllo degli accessi, spesso criticate per eccesso di severità.
La reazione della comunità
Il sindaco Franz Caruso ha lodato l’efficienza delle forze dell’ordine:
“Grazie al Questore Cannizzaro e agli uomini della Mobile, la città può finalmente tirare un sospiro di sollievo”.
Parole di apprezzamento sono arrivate anche dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che ha definito la vicenda “una brutta storia a lieto fine, resa possibile dallo straordinario lavoro delle Forze dell’ordine”.
La mamma sui social: “Siamo morti e risorti”
“Siamo una mamma e un papà che ieri hanno vissuto la morte e la rinascita”.
Con queste parole cariche di emozione, Valeria Chiappetta, mamma della piccola Sofia, ha espresso i suoi sentimenti dopo il terribile rapimento e il successivo ritrovamento della neonata.
“Mi state scrivendo in tantissimi, da ogni angolo d’Italia, vorrei rispondere a ognuno di voi, ma non ce la faccio. Questa è la nostra famiglia, quella che ieri sera si stava sgretolando in mille pezzi”.
La donna ha poi rivolto un pensiero di profonda gratitudine alle forze dell’ordine:
“Hanno fatto un lavoro straordinario, mentre io ormai avevo perso ogni speranza. Un’intera città, anzi una Regione, si è fermata per aiutarci a ritrovare la nostra bambina”.
Nel concludere il suo messaggio, Valeria ha lasciato trasparire tutto il peso emotivo della vicenda, pur trovando conforto nel lieto fine:
“Non credo che riuscirò mai a superare quello che è accaduto, ma la cosa più importante è che Sofia stia bene. Grazie di cuore a tutti, vorrei abbracciarvi uno ad uno. Siamo una mamma e un papà che ieri sono morti e risorti”.
Una tragica vicenda a lieto fine
La neonata è stata riportata in clinica e riconsegnata ai suoi genitori, che hanno vissuto ore di puro terrore. Ora l’attenzione si concentra sulle indagini, per fare piena luce su una vicenda drammatica che, fortunatamente, si è conclusa senza ulteriori conseguenze.