Stati Uniti: Il presidente Trump ha notevolmente rafforzato la sicurezza alla frontiera e ordinato incursioni di massa e deportazioni dopo aver ripreso possesso della Casa Bianca.
Secondo quanto riportato da funzionari militari, giovedì il Messico ha rifiutato di consentire l’atterraggio nel Paese a un aereo che trasportava migranti illegali.
Il volo è stato bloccato in partenza dagli Stati Uniti dopo che due voli C-17 dell’Aeronautica Militare, ciascuno con a bordo circa 80 deportati diretti in Guatemala, sono decollati con successo giovedì sera, ha riferito la NBC , citando due funzionari della difesa e una terza persona a conoscenza della situazione.
Non è stato immediatamente chiaro il motivo per cui il Messico abbia bloccato l’aereo, ma le tensioni sono aumentate tra Trump e la presidente messicana Claudia Sheinbaum.
Del resto Trump ha minacciato di imporre dazi del 25% sui prodotti messicani come risposta al flusso di migranti che attraversano illegalmente il confine.
Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato tramite messaggio di testo all’agenzia di stampa che “la questione dei voli era una questione amministrativa ed è stata rapidamente risolta”.
Secondo Bill Melugin di Fox News, che ha citato un alto funzionario del Dipartimento di Stato, il rifiuto del volo sembrerebbe essere dovuto a una confusione relativa alla lista di volo del Dipartimento della Difesa.
“Secondo il funzionario, il Messico era pronto ad accettare le deportazioni, e lo avrebbe fatto se non ci fosse stato un malinteso burocratico”, ha twittato.
Circa 2.000 migranti illegali sono stati deportati in Messico giovedì, mentre il Paese ne ha trattenuti circa 5.000 all’interno dei propri confini, ha aggiunto Melugin.
Nel suo secondo mandato, iniziato il 20 gennaio 2025, il presidente Donald Trump ha intensificato le sue politiche anti-immigrazione, introducendo misure più severe rispetto al suo primo periodo alla Casa Bianca.
Queste iniziative mirano a ridurre drasticamente sia l’immigrazione irregolare che quella legale negli Stati Uniti sulla scia della retorica di Trump che ha spesso descritto l’immigrazione come una minaccia alla sicurezza nazionale, all’economia e alla cultura americana, uno dei principali nodi su cui ha fatto leva durante la campagna elettorale.
Una delle prime azioni dell’amministrazione Trump è stata l’avvio di operazioni su larga scala per identificare e deportare immigrati irregolari.
Il Servizio di Immigrazione e Controllo delle Dogane (ICE) ha condotto retate in diverse città, tra cui New York, Boston, Chicago e Miami, arrestando oltre 500 persone.
Tra gli arrestati figurano un sospetto terrorista, membri di bande criminali e individui condannati per reati sessuali contro minori.
Per le deportazioni, sono stati utilizzati voli militari, segnando quella che è stata definita la più grande operazione di espulsione nella storia del paese.
Trump ha firmato un ordine esecutivo per porre fine alla cittadinanza per nascita, garantita dal Quattordicesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Tuttavia, un giudice federale di Seattle ha temporaneamente bloccato questa misura, definendola “manifestamente incostituzionale”. La questione è ora al centro di un acceso dibattito legale.
L’amministrazione ha sospeso le procedure per le richieste d’asilo, dichiarando un’emergenza nazionale al confine meridionale e ordinando il dispiegamento di forze armate per rafforzare la sicurezza.
Questa mossa ha sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti umani riguardo al diritto internazionale e alle protezioni per i richiedenti asilo.
La Casa Bianca ha annunciato l’intenzione di deportare anche gli stranieri a cui l’amministrazione Biden aveva concesso permessi di soggiorno temporanei, una mossa che potrebbe interessare circa 1,4 milioni di persone.
Questa decisione ha suscitato critiche da parte di attivisti e politici locali, preoccupati per le implicazioni umanitarie e legali.
Le nuove politiche hanno generato un acceso dibattito negli Stati Uniti. Alcuni sostengono che misure più severe siano necessarie per garantire la sicurezza nazionale e l’integrità delle frontiere.
Altri criticano queste azioni come disumane e discriminatorie, sottolineando le gravi conseguenze per le famiglie di immigrati e le comunità locali. Le immagini di migranti in manette che vengono caricati su aerei militari hanno suscitato indignazione e preoccupazione a livello nazionale e internazionale.
Inoltre, le nuove misure hanno provocato divisioni all’interno del Partito Democratico, con alcuni membri che sostengono una linea più dura sull’immigrazione e altri che difendono i diritti dei migranti.
La “Legge Laken Riley”, recentemente approvata, che facilita la detenzione e deportazione di immigrati indocumentati accusati di determinati reati, ha esacerbato queste divisioni.
Nel suo secondo mandato, il presidente Trump sta perseguendo una politica anti-immigrazione ancora più rigorosa, implementando misure che hanno profonde implicazioni legali, sociali ed etiche.
Mentre i sostenitori vedono queste azioni come necessarie per proteggere il paese, i critici avvertono dei potenziali danni ai diritti umani e ai valori fondamentali degli Stati Uniti. Il dibattito sull’immigrazione rimane quindi una questione centrale e divisiva nella politica americana contemporanea.
Lunedì Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale al confine tra Stati Uniti e Messico e ha limitato i rifugiati e l’asilo, affermando di voler fermare tutti gli ingressi illegali e i reati di frontiera, definendo i cartelli e le bande organizzate di migranti come organizzazioni terroristiche straniere.
Martedì, nel primo giorno completo di mandato di Trump, i funzionari federali hanno fatto irruzione nelle città rifugio, tra cui Boston, Denver, Philadelphia e Atlanta, arrestando circa 308 criminali immigrati clandestini provenienti da più di una dozzina di nazioni.
L’amministrazione Trump ha allentato drasticamente le restrizioni sulle modalità con cui l’ICE può condurre retate di espulsione, rimuovendo i divieti di operare in tribunali, chiese e altri luoghi in cui i migranti illegali erano stati precedentemente tenuti nascosti alle autorità per l’immigrazione.