Alex Cotoia, ha agito per legittima difesa, assolto
Il caso di Alex Cotoia, precedentemente noto come Alex Pompa (ha preso il cognome della madre), ha portato alla luce una tragica vicenda familiare caratterizzata da anni di violenza domestica e culminata in un omicidio avvenuto il 30 aprile 2020 a Collegno, in provincia di Torino.
Giuseppe Pompa, padre di Alex, è stato descritto come un uomo irascibile, prevaricatore e ossessivo, con frequenti e impetuose sfuriate.
La moglie, Maria Cotoia, ha riferito che il marito la controllava in modo opprimente, manifestando una gelosia eccessiva. In un’occasione, l’aveva contattata 101 volte sul telefonino durante il suo turno di lavoro, sospettando che avesse salutato un collega.
Questo clima di terrore e controllo ha segnato profondamente la vita di Alex e del fratello Loris, costretti a vivere in un ambiente familiare malsano e oppressivo.
La sera del 30 aprile 2020, durante l’ennesima lite familiare, Alex, allora diciottenne, ha ucciso il padre con 34 coltellate, utilizzando sei diversi coltelli da cucina.
Secondo le ricostruzioni, Alex ha agito per difendere la madre da un’aggressione imminente da parte del padre.
La Corte d’Assise d’Appello di Torino, nel processo di appello bis, ha riconosciuto che Alex ha agito per legittima difesa, confermando l’assoluzione già pronunciata in primo grado.
Il percorso giudiziario
Il caso ha attraversato diverse fasi giudiziarie:
- Primo grado (2021): Alex fu assolto per legittima difesa, con i giudici che riconobbero l’immediatezza e la gravità della minaccia rappresentata dal padre.
- Appello (dicembre 2023): La sentenza fu ribaltata, e Alex venne condannato a 6 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione. La Corte ritenne che l’uso della forza fosse stato eccessivo rispetto alla minaccia.
- Cassazione (luglio 2024): La Suprema Corte ha annullato la condanna, ordinando un nuovo processo d’appello, evidenziando la necessità di una valutazione più approfondita delle circostanze.
- Appello bis (gennaio 2025): La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato l’assoluzione per legittima difesa, riconoscendo che Alex agì per proteggere sé stesso e la madre da un pericolo imminente.
Dopo la sentenza definitiva, Alex ha espresso il desiderio di tornare alla normalità e di trovare il suo posto nel mondo, auspicando una vita serena lontano dalle ombre del passato.
La madre, Maria, ha manifestato gioia per la possibilità che il figlio possa finalmente vivere una vita normale, sottolineando l’importanza della sentenza che ha riconosciuto la legittima difesa.
Il caso di Alex Cotoia, come quello di Salvatore Montefusco, la cui sentenza è arrivata di recente, evidenzia le difficoltà nel trattare situazioni di violenza domestica estrema e solleva interrogativi sulla capacità del sistema giudiziario di affrontare adeguatamente tali complessità.
La vicenda ha anche stimolato una riflessione più ampia sulla necessità di supporto e protezione per le vittime di abusi familiari.