Amadeus top o flop, in Italia rischiare fa così paura?
Parliamoci chiaro, c’è chi sperava che Amadeus bucasse la prima o avesse un avvio tiepido con gli ascolti. Il paragone con De Martino non sta in piedi, ma fa comodo ai detrattori, chiunque pur non essendo un esperto di televisione, arriverebbe a capire che non è Rai1 il competitor del Nove ma TV8, gli americani si stanno attrezzando ma non hanno ancora i mezzi per contrastare le TV generaliste. Lasciando stare il Suzuki Music Party, che ha rappresentato più un saluto di Amadeus a ciò che ha fatto negli ultimi anni, che uno show inaugurale per la nuova esperienza lavorativa, il 4% di share di “Chissa chi è”, nuovo nome de “I Soliti Ignoti”, rappresenta un traguardo molto importante raggiunto da Discovery, il cui trend di ascolti, esclusi i numeri straordinari di Fazio, non supera quasi mai il 3%.
Amadeus non è Fazio, il conduttore veronese lasciando spontaneamente la Rai, ha deluso gran parte della fascia over che lo seguiva e che ha vissuto tutto come un tradimento. Per Fazio il discorso è diverso, lui dalla Rai è stato mandato via e nonostante gli ascolti da marziano per il Nove, sembra stia vivendo l’esperienza sulla piattaforma americana come una sorta di esilio. Tra l’altro, il conduttore di Che Tempo che Fa, porta avanti lo stesso programma collaudatissimo e apprezzatissimo da ben 20 stagioni, un meccanismo collaudato di cui Fazio è riuscito a mantenere anche il titolo.
Per quanto riguarda Amadeus potrebbe ritenersi opinabile la scelta di riproporre un format, sì conosciuto, ma che non ha mai esaltato per rapidità e ritmo. Le identità nascoste quando andavano in onda su Rai1 sono state sostituite da “Affari Tuoi” proprio perchè gli ignoti stavano cominciando a perdere colpi, perchè quindi portare un format ormai logoro altrove? Insomma una serie infinita di motivazioni e di dubbi che sembrerebbero giustificare un avvio non proprio in linea con le aspettative.
Alla base di tutto, probabilmente c’è la reale esigenza di Amadeus di confrontarsi con nuove sfide professionali, è uscito dalla propria confort zone, quando poteva chiedere ciò che voleva, per tuffarsi in un nuovo progetto e di questo gli va dato atto. Ciò che sarebbe interessante sapere è se il conduttore pensava di spostare il pubblico o se la mission fosse quella di poter sperimentare qualcosa di nuovo che in Rai non era possibile realizzare.
Qualora i motivi risiedessero nella seconda ipotesi c’è solo da fare un plauso ad Amadeus per la scelta, provare nuove strade televisive in Italia fa paura e spesse volte buone idee rimangono nei cassetti, Discovery in questo senso rappresenterebbe terreno fertile per sperimentare qualcosa di nuovo e proporsi come terzo polo televisivo tenendo a debita distanza Sky, reale competitor.
Intanto il reale peso specifico di “Chissà chi è” si vedrà sul lungo periodo, dopo un mese dalla messa in onda si potranno tirare le somme, per il momento il pubblico sembra ancora stordito dal cambio, come quando si ha ben presente e si tiene a mente che qualcosa cambierà ma quando la si vede si rimane impietriti e si fatica a metabolizzarla. Amadeus sul Nove potrebbe diventare il volto simbolo di una nuova era per Discovery, un volto simbolo come lo è stato Mike per le reti di Berlusconi negli anni ’80, lasciamolo lavorare senza inutili paragoni.