Amici, si parla più della lite tra le prof che degli allievi
Chissà quale perverso meccanismo tenga ancora incollati davanti al televisore gli spettatori di Amici. Di sicuro non sono gli “allievi” perché, molto più spesso a tenere banco sono le liti tra i professori, gli ospiti della puntata della domenica o le love story che nascono all’interno del programma.
Il pubblico si è assuefatto a questa narrazione? Ci sta. E’ comunque un modo di fare spettacolo, anche se il programma dovrebbe avere una nuova definizione, non sicuramente quella di talent.
Ne abbiamo parlato tanto, finanche ieri, ma l’ennesimo dissing tra professori, quelli che dovrebbero traghettare i ragazzi sulla strada del successo ci ha mostrato in maniera chiara e cristallina cosa accade.
Le protagoniste dello scontro a distanza sono Alessandra Celentano e Deborah Lettieri, la nuova professoressa di danza che ha preso il posto di Raimondo Todaro.
Non entriamo nel merito del contrasto, non è quello il punto; fatto sta che lo scontro, cominciato nella “scuola”, si è trasferito sui social, con tanto di fazioni che sostengono l’una o l’altra e con gli “allievi” trasformati in pedine di gioco.
Con uno scenario del genere, a cui assistiamo ormai da qualche anno, perché ci meravigliamo se questi ragazzi, una volta usciti di lì, non sappiano gestire il successo o un eventuale fallimento?
Chiediamoci se i professori, invece di gareggiare per diventare il personaggio dell’anno (poveri illusi, la padrona di casa lo scettro non lo molla) a colpi di urla, scontri e dispettucci da prima elementare, si dedicassero davvero a questi ragazzi a cui viene promessa la luna ma che vengono lasciati in balia delle maree Sangiovanni o Angelina avrebbero avuto necessità di fermarsi.
Chiediamoci, dopo la scorsa edizione, dove siano Sarah & company, del resto esaurita la vena d’oro dei loro inediti cosa importa?
Questo è il punto. Giocare con i sogni di ragazzi che, ammaliati dal richiamo delle sirene del successo facile, si affidano ad un programma in cui dovrebbero essere protagonisti e in cui, invece, sono trattati come “pupi” e come questi, una volta che ci si stanca di tirarne i fili, vengono abbandonati inermi alla mercé di un mondo che non sanno affrontare.
Ho sempre pensato che non c’è “peccato” più grande che distruggere i sogni di qualcuno, quelli che ti danno la voglia e la forza di alzarti ogni mattino ed affrontare la giornata, con tutte le sue difficoltà. E Voi?