Anastasio, il ritorno, un’opera rap tra spirito e tecnologia

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Dopo una lunga pausa e un silenzio carico di attesa, Anastasio torna con un progetto che segna una svolta radicale nella sua carriera: Le macchine non possono pregare.
L’ album, pubblicato l’11 aprile, si presenta come una vera e propria opera rap, più che una semplice raccolta di brani.
In dodici tracce, Anastasio esplora con lucidità e inquietudine il rapporto tra uomo e macchina, tra spirito e intelligenza artificiale, tra autenticità e simulazione.
È un concept album che affonda le sue radici nelle inquietudini contemporanee, con una narrazione che ricorda il teatro, il cinema distopico e la filosofia esistenzialista.
L’artista stesso ha dichiarato che questo disco rappresenta “il suo mondo al 100%”, frutto di quasi cinque anni di lavoro, riflessione e ricerca interiore.
Dopo l’esperienza travolgente post-X Factor e i compromessi con l’industria musicale, Anastasio ha sentito la necessità di ricominciare da sé stesso, lontano da pressioni e algoritmi.
Il disco racconta la storia di un ragazzo cresciuto in una società completamente digitalizzata, in cui le macchine simulano ogni aspetto dell’umano, perfino la fede.
L’unico elemento incontrollabile resta lo spirito, rappresentato da una misteriosa “mosca cibernetica”, simbolo ricorrente dell’album, che sfugge alla logica binaria della tecnologia.
La produzione musicale spazia tra sonorità elettroniche, beat ruvidi e aperture orchestrali, costruendo un mondo sonoro tanto affascinante quanto disturbante.
I testi, come sempre, sono il vero punto di forza di Anastasio: affilati, colti, viscerali, capaci di scavare nel profondo senza perdere la musicalità.
A completare l’universo di Le macchine non possono pregare, Anastasio ha collaborato con l’illustratore Arturo Lauria per dare vita a una graphic novel omonima, in uscita il 9 maggio 2025 per Edizioni BD.
Il fumetto racconta una versione parallela e ampliata della storia dell’album, ambientata in un futuro distopico in cui la spiritualità viene digitalizzata e resettata.
Il progetto ha anche una forte componente multimediale, con edizioni speciali che includono vinili colorati, oggetti da collezione e contenuti accessibili tramite tag NFC.
Con questo lavoro, Anastasio inaugura una nuova fase della sua carriera, più libera, consapevole e coraggiosa. Ha scelto di pubblicare con l’etichetta indipendente Woodworm, abbracciando una visione artistica autonoma e lontana dai compromessi commerciali.
Le macchine non possono pregare è un disco che non chiede solo di essere ascoltato, ma di essere vissuto, esplorato, interrogato. È un manifesto di resistenza umana in un’epoca dove tutto sembra replicabile, tranne l’anima.