Andrea Purgatori, 4 medici a processo per la morte del giornalista

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Andrea Purgatori sarebbe deceduto per negligenza dei medici che lo hanno avuto in cura. Per questo motivo la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, nonché per il cardiologo Guido Laudani. Ai quattro medici è contestato il reato di omicidio colposo.
A poco sono valse le voluminose memorie difensive addotte dai legali degli accusati. Per il pm Giorgio Orano, titolare dell’inchiesta, i dubbi restano e ha chiesto il rinvio a giudizio per i 4 che secondo il magistrato “in cooperazione tra loro, causavano con condotte colpose il decesso di Andrea Purgatori”.
Il decesso del popolare giornalista è avvenuto il 19 luglio 2023 a causa di una diagnosi sbagliata per cui sarebbe stato indotto a cure invasive e non necessarie che ne avrebbero causato la morte.
Le responsabilità dei medici
Per i pm, i radiologi Gualdi, Di Biasi e Colaiacomo, hanno refertato con “grave imperizia, imprudenza e negligenza”, una metastasi cerebrale conseguenza di un presunto tumore che aveva colpito Purgatori. In particolare, si legge nel documento dei magistrati, il professor Gualdi “nella successiva interlocuzione con il paziente e con i suoi familiari, nonché con gli altri sanitari coinvolti rappresentava con forza… la necessità di avviare Purgatori a immediate cure radioterapiche per affrontare la grave e prioritaria emergenza metastatica cerebrale”
Terapia debilitante e dannosa
Secondo i giudici la terapia somministrata senza la diagnosi di “lesioni ischemiche” la cui indagine sarebbe stata opportuna senza perdere tempo, si sarebbe rivelata per il giornalista “debilitante e dannosa” Superficiale e negligente per la Procura anche il cardiologo Laudani che a quanto si legge “ometteva di impostare un corretto percorso diagnostico idoneo alla ricerca delle cause del quadro embolico”.
L’udienza è fissata per il 19 settembre prossimo. La famiglia di Purgatori, assistita dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silverj, si è a lungo battuta affinché emergessero le responsabilità, da sempre dubbiosa che ci fossero state nelle cure superficialità e negligenza, adesso i familiari sperano di avere giustizia.
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