Il 1° gennaio 2019, Justin Baldoni ha inviato un’e-mail a Colleen Hoover , l’autrice del romanzo It Ends With Us, si può dire che la sua guerra con Blake Lively sia cominciata in quel preciso momento.La vicenda che vede protagonisti le due star di Hollywood diventa sempre più intricata: ogni giorno si aggiungono dettagli ed eclatanti colpi di scena, da ambo le parti.
Dal momento in cui è stata resa nota la denuncia presentata da Blake Lively nei confronti di Justin Baldoni, si è susseguita una serie di accuse e rilanci fino ad arrivare ad oggi quando Baldoni afferma di avere ora le prove schiaccianti che la Lively e suo marito, Ryan Reynolds, ce l’avevano con lui da molto tempo prima che venisse presentata la denuncia, a dicembre 2024.
Justin sostiene che la diffamazione “maliziosa e sconsiderata” nei suoi confronti è iniziata almeno il 31 ottobre.
Tutto parte dai metadati incorporati nell’articolo del New York Times sulla causa intentata da Blake contro Justin.
Il team di Justin sostiene che studiando l’articolo hanno scoperto che “la visualizzazione del codice sorgente HTML dell’articolo ha rivelato riferimenti a un ‘message-embed-generator’ che faceva riferimento alla data ‘2024-10-31′”.
Ciò dimostra che il NYT ha iniziato a scrivere l’articolo, presumibilmente diffamatorio, non più tardi del 31 ottobre, la data in cui il giornale ha sviluppato uno strumento per visualizzare i messaggi di testo che erano una parte così importante della causa di Blake e dell’articolo del Times a riguardo.
Il team di Baldoni afferma che questo è significativo perché gli elementi alla base dell’ormai famigerato articolo “eliminano gli scudi legali su cui Lively, il Times e altri partiti di Lively facevano probabilmente affidamento per proteggere i loro malevoli atti di diffamazione”.
Justin ha intentato causa al NYT per 250 milioni di dollari, separatamente dalla causa da 400 milioni di dollari contro Blake e Ryan, accusando il giornale di aver selezionato e manipolato i messaggi di testo nel suo articolo e di aver collaborato con Blake per sostenere il suo attacco alla sua persona.
Da qui la volontà di aggiornare la sua causa contro di loro.
L’avvocato di Justin, Bryan Freedman, afferma “La decisione di modificare la nostra causa è stata un logico passo successivo, data la schiacciante quantità di nuove prove emerse. Queste nuove prove corroborano ciò che sapevamo da sempre, ovvero che per motivi puramente egoistici la Sig.ra Lively e tutto il suo team hanno cospirato per mesi per distruggere la reputazione attraverso una complessa rete di bugie, false accuse e la manipolazione di comunicazioni ricevute illecitamente”.
Freedman aggiunge: “L’interesse pubblico in corso per questo caso ha ironicamente fatto luce sui fatti innegabili riguardanti il New York Times e su quanto la Sig.ra Lively e i suoi rappresentanti non solo fossero profondamente coinvolti nel tentativo di abbattere e diffamare l’immagine del Sig. Baldoni, Wayfarer Studios e dei loro team, ma che loro stessi l’abbiano avviata”.
La causa modificata include anche una cronologia di oltre 150 pagine che espone, nei minimi dettagli, la sequenza della presunta campagna di Blake per distruggere Justin.
Freedman e il suo studio legale nei giorni scorsi hanno presentato una lettera al giudice, sostenendo che Blake Lively e il suo team legale non vogliono che Freedman ascolti la sua deposizione nella causa contro Baldoni.
L’avvocato di Baldoni afferma di non essere a conoscenza di una situazione che consente alla persona che deve deporre di stabilire quale avvocato può assumere la deposizione sostenendo che le parti in causa “semplicemente non hanno il diritto di stabilire quale avvocato della controparte può o non può assumere la sua deposizione o occuparsi di qualsiasi altro aspetto” del caso del proprio cliente.
Che la Lively non sia una fan di Freedman è noto, soprattutto da quando, all’inizio di questo mese, ha chiesto a un tribunale di impedire a Freedman di rilasciare ulteriori dichiarazioni pubbliche sul caso.
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