Caso Criscitiello-Parlato, solidarietà per il giornalista cacciato in diretta
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Il caso Criscitiello- Parlato è uno dei tanti episodi di un sistema calcio delirante e di tifosi che esaltano e fanno diventare popolari personaggi che per mancanza di stile ed educazione dovrebbero stare lontani dal mezzo televisivo. Il pallone è scoppiato e con lui tutti i suoi adepti incapaci di abbandonare un momento i panni dei tifosi per analizzare con spirito critico la gravità di quanto accade intorno a loro.
Napoli e la napoletanità vengono strumentalizzate, sempre e comunque, soprattutto nello sport e quando a fomentare tale fenomeno sono coloro che per comportamento dovrebbero dare esempi positivi, si evince che il calcio non unisce più, ma divide.
La cacciata in diretta
Ma andiamo con ordine, tutto è cominciato due giorni orsono, allorché su Sportitalia, rete minore che i maniaci del pallone hanno reso popolare, Tancredi Palmieri, giornalista conosciuto anche per alcune boutade che poco hanno a che fare con la professione, ha messo in scena una gag in cui prendeva in giro il Napoli Calcio per la scarsa campagna acquisti in entrata della sessione invernale di calciomercato.
Manuel Parlato, giornalista in forza all’emittente, che si occupa soprattutto della squadra partenopea, in collegamento da Napoli ha stigmatizzato il gesto del collega auspicando che tale ironia in futuro fosse applicata anche ad altre compagini calcistiche. Un commento che nascondeva fastidio, ma che è stato esposto in maniera civile e garbata.
La stessa cosa non si può dire a proposito di Michele Criscitiello, direttore dell’emittente, che rivolgendosi a Parlato lo ha invitato a “fare il tifoso a casa tua” consigliandogli di andare a lavorare a “Canale 21, dove sono accettate le esternazioni del ceto medio napoletano” concludendo alla fine con un vero e proprio licenziamento in diretta, “non ti fare vedere più, chiudete il collegamento”
Un comportamento che avrebbe dovuto sollecitare un intervento da parte dell’editore che a quanto pare non c’è stato. E’ la linea editoriale di Sportitalia canzonare Napoli e i napoletani? Non lo sappiamo, ma all’assordante silenzio dell’emittente non hanno fatto eco altre testate che hanno a gran voce condannato il gesto.
Le reazioni
E’ intervenuto l’Ordine dei giornalisti della Campania, annunciando un imminente esposto all’omologo ordine lombardo a cui Criscitiello è iscritto. Anche il Sugc, (Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania), con un comunicato ha tenuto a precisare che è stata “Violata qualunque procedura sindacale”. Solidarietà è pervenuta a Parlato dall’Unirai e da Nicola Lombardo, responsabile della comunicazione del club azzurro.
Ma non finisce qui, vari giornalisti dell’Italia pallonara si sono esposti a favore di Liberato. Umberto Chiarello ha precisato quanto Criscitiello debba portare rispetto a Canale 21, culla da 50 anni del giornalismo partenopeo, accusando il direttore di Sportitalia di essere un “raccomandato di Avellino”.
Dal canto suo Criscitiello è diventato ancor più imbarazzante paragonando le opinabili battute di Palmieri all’ironia di Troisi e Totò. Una arrampicata sugli specchi vergognosa soprattutto se a farla è un nativo della Campania che dell’ironia dei due maestri del cinema succitati dovrebbe avere contezza.
Ciò che rende tutto più fastidioso è che Criscitiello sembri rinnegare le proprie origini, in un altro intervento per radio ha ammesso che “se i napoletani sono permalosi, non è un problema mio”. Una vera e propria provocazione che come effetto ha sortito quello di esacerbare ancora di più gli animi.
Maurizio Pistocchi, noto giornalista Mediaset, pur sminuendo l’episodio che ha fatto scaturire la reazione di Criscitiello, ne ha condannato i modi: “La querelle avrebbe potuto e avrebbe dovuto essere gestita con più ironia e educazione, senza trascendere con modi e toni. Le discussioni sono il sale e il pepe delle trasmissioni, ma questa volta Criscitiello ha sbagliato, spero se ne renderà conto e chiederà scusa”
Criscitiello invece, non ascoltando le critiche, ha voluto continuare sulla sua strada e invece di chiedere scusa, ha chiesto man forte a Cruciani per dare addosso ai napoletani. Aver mandato Palmieri ad intervistare il conduttore de La Zanzara, rappresenta l’ennesima caduta di stile. Invece di chiamare rinforzi e rendere il tutto sempre più sconcertante, sarebbe stato più opportuno ammettere di avere esagerato e chiedere scusa.
Ancor più inaccettabile il gesto di Palmieri che pensando di far ridere, si è passato le dita sotto il naso mentre Cruciani parlava di Napoli e di merd*
La superficialità dei gesti conseguenza di un calcio romantico e di una professionalità che non esistono più
Cavalcare l’onda del tifo per farsi dare ragione, non fa onore a nessuno anzi rende chi ne approfitta, un piccolo uomo, rivolgersi a chi per partigianeria sportiva ti da ragione a prescindere, dimostra superficialità sapendo le reazioni che possono suscitare determinati atteggiamenti.
Per ampliare il discorso, questo episodio intollerabile, ha dimostrato ancora una volta quanto di quel calcio romantico capace di riempire gli stadi la domenica pomeriggio è rimasto ben poco, soprattutto non è rimasta traccia del garbo e della professionalità di professionisti come Ameri, Ciotti, Ferretti, Martellini e Pizzul, maestri davanti ai quali Criscitiello e Palmieri dovrebbero attingere tantomeno per capire cosa significa la responsabilità di avere un microfono in mano.
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