Caso Marangon ci fu colluttazione, ma non è escluso suicidio

Alex Marangon e la sua morte misteriosa tornano a riempire le pagine dei giornali. Il venticinquenne veneto ritrovato senza vita lo scorso 2 luglio dopo tre giorni di ricerche, potrebbe essersi reso protagonista di una colluttazione poco prima di morire. Il giorno della scomparsa, Marangon aveva partecipato a una festa sciamanica nell’abbazia di Vidor.
Dalla relazione del medico legale, il giovane sarebbe morto a causa di un trauma cranico dopo essere stato in agonia per 30 minuti. Sul corpo sono state rilevate anche tracce di pestaggio, che avvalorerebbero la tesi della colluttazione. L’ipotesi più attendibile è quella della caduta da un terrapieno a strapiombo sull’alveo di un fiume, ma la morte potrebbe anche non essere stata accidentale, il giovane potrebbe invero essere caduto a causa del buio, ma anche essersi lanciato volontariamente nel fiume.
Ipotesi suicidio
L’ipotesi suicidio è quella ritenuta più probabile da Alberto Furlanetto, esperto in anatomia e istologia patologica. Secondo l’esperto, Marangon dopo essere precipitato dal terrapieno “sarebbe rimasto in vita per un periodo di tempo tra i 30 e 40 minuti”. Diversi fattori potrebbero incrociare questa tesi: primo fra tutti il trauma cranico che ha portato alla morte del giovane, che non provoca un decesso immediato, da qui l’agonia protratta per oltre mezzora.
In corrispondenza del trauma toracico sviluppatosi sulla parte sinistra del corpo, è stata rilevata “una cospicua raccolta ematica” processo che come si legge nel referto richiede un “certo tempo per realizzarsi” Sempre secondo la ricostruzione, il 25enne “dopo aver colpito violentemente la roccia sottostante il dirupo sarebbe rimasto steso sul bagnasciuga e sarebbe rimasto vivo e agonizzante per un tempo non inferiore a venti minuti-mezz’ora durante i quali i fenomeni emorragici subaracnoidei, pleurici e cutanei hanno potuto manifestarsi”.
Dopo trenta minuti secondo Furlanetto “è possibile che il corpo sia stato parzialmente sommerso dall’acqua fredda con o senza fenomeni di annegamento terminali, del tutto ininfluenti nel determinare il decesso in quanto la morte stava subentrando a causa del trauma cranico subito”. Ovviamente la dinamica proposta dall’esperto non è l’unica ma “appare la più probabile”
I legali che seguono il caso contrari all’ipotesi suicidio
Contrari all’ipotesi suicidio i legali dell’Associazione Penelope, l’avvocato Stefano Tigani ha dichiarato:
“Abbiamo letto la relazione del consulente della Procura sulle cause del decesso del 25enne Alex Marangon e crediamo tecnicamente da escludere l’ipotesi del suicidio. Ricordando a noi stessi che trovare un corpo ai piedi di un dirupo (15 metri) non consente alcun automatismo valutativo”
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