Cassazione, il governo dovrà risarcire i migranti che Salvini non fece sbarcare

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Il governo dovrà risarcire i migranti che Salvini nell’agosto del 2018 non fece sbarcare, lasciandoli allo stremo delle forze, dal 16 al 25 agosto, a bordo della nave “Diciotti” della Guardia Costiera che li aveva soccorsi in mare. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di alcuni dei migranti, vittime di una azione di forza del ministro, dettato più dalla politica che da vere e proprie ragioni di sicurezza.
Le motivazioni della sentenza
I giudici nelle motivazioni hanno scritto che “ l’obbligo del soccorso in mare corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità e come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”
Nell’istanza presentata dai migranti, si richiedeva la condanna del Governo Italiano a risarcire i danni non patrimoniali derivanti dalla privazione ingiustificata della libertà per dieci giorni. La Cassazione ha rinviato al giudice di merito la quantificazione del danno, ma ha condannato il governo al risarcimento nella misura che il giudice di merito riterrà opportuna.
La vicenda della nave “Diciotti”
Il 16 agosto 2018, nel pieno dell’estate, la nave Ubaldo Diciotti della guardia costiera italiana soccorre 190 persone nelle acque internazionali al largo dell’isola di Malta. Tra loro dieci donne e 37 minori. Le autorità italiane vengono informate dal 14 agosto della presenza del barcone carico di persone, ma si aspettano che sia Malta a intervenire perché l’imbarcazione al momento del recupero era nella zona di ricerca e soccorso maltese.
Malta non avendo sottoscritto convenzioni internazionali con l’Italia non interviene nei soccorsi di imbarcazioni in difficoltà che avvengono nella zona di sua competenza. Così alle quattro di mattina del 16 agosto, le motovedette della guardia costiera italiana intervengono in quanto l’imbarcazione in difficoltà ha cominciato a imbarcare acqua.
Tredici persone vengono subito evacuate dalla nave e trasferite a Lampedusa d’urgenza per ragioni sanitarie, mentre le altre vengono trasportate fino al porto di Catania, dove la nave approda il 20 agosto dopo diversi giorni di stallo nelle trattative tra l’Italia e Malta per indicare un porto di sbarco alla nave. Una volta soccorse le persone, le leggi internazionali prevedono che siano portate al sicuro nel minor tempo possibile. Solo al momento dello sbarco in un porto sicuro (place of safety) si ritiene concluso il soccorso.
Tuttavia il 20 agosto, al momento dell’approdo nel porto di Catania, il comandante della nave Massimo Kothmeir riceve l’ordine di non calare la passerella per far scendere i migranti dalla nave. L’ordine arriva direttamente dal ministero dell’interno, come è stato ricostruito dalla procura di Agrigento, che apre un fascicolo sulla vicenda e dopo qualche giorno iscrive Matteo Salvini nel registro degli indagati. I migranti sono autorizzati a sbarcare solo a mezzanotte del 26 agosto.
Il tribunale dei ministri
Il fascicolo del caso Diciotti è stato in un primo tempo esaminato dal tribunale dei ministri di Palermo che ha contestato a Salvini il reato di sequestro di persona aggravato. La procura di Agrigento successivamente ha iscritto sul registro degli indagati anche l’allora capo di gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, contestandogli i reati di sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. Ma la procura di Palermo ha modificato i reati contestati e l’unico a restare in piedi è il sequestro di persona aggravato. Il tutto si è tramutato in un nulla di fatto.
Le reazioni di Salvini e Meloni
Nel commentare il verdetto Matteo Salvini con un post del Carroccio ha dato la colpa ai giudici politicizzati “Assurdo. Paghino questi giudici di tasca loro, se amano tanto i clandestini”.
Giorgia Meloni ha parlato invece di “frustrazione del governo nel dover risarcire i migranti”:
“Le Sezioni unite della Corte di Cassazione- si legge in un comunicato- hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con ministro dell’Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. Lo fanno affermando un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del procuratore generale.
In sostanza, per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante.”
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