Cecilia Sala, la giornalista italiana è “merce di scambio”
Che l’arresto in Iran di Cecilia Sala non fosse stato mosso da alcun motivo valido ma che fosse, piuttosto, una reazione all’arresto a Malpensa, qualche giorno prima, di Mohammad Abedini, è apparso, da subito, abbastanza chiaro.
La giornalista è stata accusata di aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran, senza che siano mai state specificate quali leggi siano state infrante.
E, coincidenza, il suo arresto arriva a pochi giorni di distanza da quello, in Italia, di Mohammad Abedini, cittadino iraniano ricercato negli Stati Uniti per traffico di armi e supporto a organizzazioni terroristiche.
La conferma che l’arresto della Sala è servito affinché l’Iran avesse modo di contrattare il rilascio di Abedini arriva oggi, proprio dal suo rappresentante in Italia, l’ambasciatore Mohammadreza Sabouri.
Con un post su X, l’ambasciata della R I dell’Iran ci tiene a sottolineare che, invitata ad un amichevole colloquio dal Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Riccardo Guariglia, si sia parlato in primis dell’arresto di Abedini, con accuse “false” e, poi, dell’arresto della Sala con accuse “serie”.
In pratica, neanche troppo velatamente, Cecilia Sala è considerata “merce di scambio”, affinché Abedini possa essere rilasciato e gli sia permesso di tornare nel suo Paese.
Le condizioni di Cecilia, nel famigerato carcere di Evin, non sono quelle riportate in prima battuta dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani e mellifluamente confermate dall’ambasciata dell’Iran.
Sembra infatti, che, nel corso di una telefonata con i familiari, la Sala abbia raccontato di essere in isolamento, con le luci sempre accese e che sia costretta a dormire sul pavimento, con una coperta come materasso ed un’altra per proteggersi dal freddo.
Inoltre, le sarebbero stati sequestrati gli occhiali da vista.
Senza paura di essere smentiti, purtroppo, è lampante che l’arresto della nostra connazionale rientri in quella “diplomazia degli ostaggi”, la pratica, molto utilizzata dall’Iran, di mercificare i prigionieri, esseri umani, per ottenere favori o il rilascio di cittadini iraniani detenuti all’estero.
Attendiamo, con crescente preoccupazione, gli sviluppi di una vicenda che, nel migliore dei casi, porterà l’Italia a cedere al “ricatto” iraniano per poter vedere rientrare a casa, sana e salva, Cecilia Sala.
Nel peggiore dei casi, invece, l’attuarsi di un incidente diplomatico in un periodo molto complicato per i rapporti tra l’Occidente ed il Medio Oriente, già ampiamente minati dai conflitti in essere.