Chiara Poggi reperti mai analizzati sulle mani della vittima

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Sulle mani di Chiara Poggi sarebbero stati rinvenuti due DNA appartenenti a persone di sesso maschile e nessuno dei due apparterrebbe ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato accusato del delitto della ventiseienne di Garlasco e tuttora recluso in carcere dove sta scontando una pena di 16 anni di reclusione per l’omicidio.
L’omicidio di Chiara Poggi è tornato alla ribalta delle cronache in questi giorni in quanto a seguito di un esposto del legali di Stasi, un consulente della procura di Pavia ha confermato che il DNA presente sulle dita e le mani della vittima avrebbe potuto essere compatibile con quello di Andrea Sempio, persona di famiglia per i Poggi, nonché amico fraterno del fratello di Chiara.
La riapertura del fascicolo
Per ottenere la riapertura del fascicolo sull’amico di famiglia della vittima, il cui nome finito al tempo tra gli indagati, era stato archiviato, i pm hanno fatto ricorso alla Corte di Cassazione affinché autorizzasse il prelievo del DNA di Sempio, che in un primo momento si è rifiutato, ma poi ha dovuto sottoporsi tramite convocazione coatta, al test. Secondo i legali del trentottenne, solo diciannovenne al tempo dell’omicidio, il materiale genetico rinvenuto sulla vittima è inutilizzabile.
Non reggerebbe neanche l’ipotesi che il DNA rinvenuto sulle unghie della vittima dipenda dal contatto con il mouse del pc. . Anche perché, a quanto riporta il quotidiano La Stampa, nessun investigatore ha mai effettuato verifiche sulla tastiera del computer, un dispositivo fisso dell’epoca “marca Dex Sysnb-16.86”, anzi, il quotidiano solleva il dubbio che la tastiera non sia neanche stata sequestrata.
A supporto di questa tesi ci sarebbe anche il fatto che la tastiera non era tra il materiale relativo alle indagini a disposizione del Tribunale di Pavia, che è andato distrutto nel 2022, come accade spesso con le sentenze passate in giudicato. (Chiara Poggi, smaltiti nel 2022 i reperti presenti al Tribunale di Pavia)
Pc usato da Sempio e il fratello della Poggi 10 giorni prima del delitto
Il Pc fu utilizzato, secondo il racconto del giovane, da Sempio e dal fratello di Chiara Poggi per giocare, solo dieci giorni prima del delitto. Fu questo il motivo per cui si spiegò il dna trovato nelle mani di Chiara compatibile con l’uso del mouse da parte di entrambi i giovani. In attesa dei risultati del DNA prelevato a Sempio, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, sono alla ricerca di reperti del 2007 che possano essere ancora oggetto d’esame.
Sempre su La Stampa, Gianluigi Nuzzi scrive che gli investigatori starebbero rileggendo tutti i verbali delle dichiarazioni fornite da Sempio nel 2007 e dei suoi genitori. Soprattutto gli inquirenti starebbero approfondendo la questione di uno scontrino trovato nell’auto dei Sempio, che scagiona il giovane collocandolo lontano dalla villetta dei Poggi nell’ora dell’omicidio.
L’intercettazione sospetta e i dubbi su una talpa in procura
In particolare all’esame vi è una intercettazione tra Andrea e Giuseppe Sempio, nella quale il primo si lamentava con il secondo di aver dato una versione diversa dalla sua. Il ragazzo nell’intercettazione si lamenta con il padre per aver sbagliato, dando l’idea di ben conoscere quanto deposto dal padre, come faceva a saperlo? C’era una talpa in procura che lo informava sull’andamento dell’indagine e che lo ha coperto? Dubbi ai quali dopo 18 anni non vi è risposta.
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