Cisgiordania, adolescente americano ucciso dall’IDF

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Un adolescente americano trasferitosi dal New Jersey alla Cisgiordania è stato colpito a morte dalle truppe israeliane, che hanno dichiarato di aver preso di mira i “terroristi” che lanciavano pietre contro le auto.
Amer Mohammad Saada Rabee, un cittadino statunitense di 14 anni la cui famiglia si è trasferita da Saddle Brook quando lui frequentava la scuola elementare, è stato colpito da colpi di arma da fuoco insieme ad altri due adolescenti a Turmus Ayya, in Cisgiordania, domenica, ha riportato il Bergan Record.
Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato che le truppe hanno aperto il fuoco su “tre terroristi che stavano lanciando pietre contro veicoli civili su un’autostrada”.
“I soldati hanno aperto il fuoco contro i terroristi che stavano mettendo in pericolo i civili, eliminando un terrorista e colpendone altri due”, si legge nella dichiarazione.
Rabee è stato arrestato prima di essere dichiarato morto; i parenti hanno dichiarato che il suo corpo è stato restituito ai genitori con numerosi fori di proiettile.
Domenica la gente in lutto si è radunata presso il Palestinian American Community Center di Clifton, dove lo zio di Rabee, Saleh Rabee, è membro del consiglio direttivo.
“Amer è stato colpito da ufficiali militari israeliani insieme ad altri due quindicenni del villaggio”, ha affermato il centro in una nota.
“La morte di Amer era del tutto evitabile e orribilmente ingiusta. Era un bambino, un ragazzo di 14 anni, con un’intera vita davanti a sé.”
Secondo il Record, Rabee si era trasferito da Saddle Brook alla West Bank quando frequentava la scuola elementare.
La morte dell’adolescente avviene in un momento in cui la tensione resta alta nella Cisgiordania occupata, dove la violenza è dilagata da quando Hamas ha lanciato il suo attacco contro Israele il 7 ottobre 2023.
Anche il Palestinian American Community Center ha chiesto alle autorità statunitensi di indagare sull’omicidio di Amer, affermando che la nazione “ha il dovere di proteggere e rendere giustizia ai propri cittadini”.
“Siamo uniti nel dolore”, ha scritto il centro in una dichiarazione, “ma anche nella nostra speranza collettiva per un futuro in cui tali atrocità non accadano più e in cui la giustizia prevalga per tutti”.