Corea del Sud, proteste per il mancato arresto di Yoon
Sono scoppiate proteste ieri, in Corea del Sud, poiché la polizia non è riuscita ad arrestare il presidente Yoon Suk Yeol.
Agli inquirenti è stato impedito di entrare nella residenza ufficiale del signor Yoon a Seul e si sono ritirati dopo un’attesa durata più di sei ore.
Hanno tentato di eseguire un mandato di arresto per il signor Yoon, un’azione definita “sconsiderata” da uno degli avvocati del presidente.
Migliaia di sostenitori e oppositori del presidente si sono radunati nelle vicinanze, giurando di proteggere il leader o chiedendone l’arresto.
Il signor Yoon, 64 anni, è sotto inchiesta penale per insurrezione a seguito di un decreto di legge marziale di breve durata emesso il 3 dicembre.
Il 14 dicembre il Parlamento ha annullato la dichiarazione e ha messo sotto accusa il signor Yoon accusandolo di ribellione.
Ieri circa 20 tra investigatori e poliziotti sono stati visti entrare nel cancello della casa di Yoon per eseguire un mandato di cattura nei suoi confronti.
La scena drammatica si è trasformata in una situazione di stallo quando due degli avvocati del signor Yoon, Yoon Kap-keun e Kim Hong-il, sono entrati nel cancello della residenza presidenziale.
Seok Dong-hyeon, uno dei numerosi avvocati del team legale di Yoon, ha confermato che gli investigatori sono arrivati all’edificio e ha affermato che gli sforzi dell’agenzia per arrestare Yoon sono stati “sconsiderati” e hanno dimostrato un “oltraggioso disprezzo per la legge”.
Il Ministero della Difesa della Corea del Sud ha confermato che gli investigatori e gli agenti di polizia hanno superato un’unità militare di guardia al terreno della residenza prima di arrivare all’edificio.
Il servizio di sicurezza presidenziale, che controlla direttamente la residenza, ha rifiutato di dichiarare se i suoi membri stessero affrontando gli investigatori e se intendessero bloccare il tentativo di arresto.
Gli avvocati di Yoon sostengono che il mandato non può essere eseguito nella sua proprietà a causa di una legge che protegge i luoghi potenzialmente legati a segreti militari da perquisizioni senza il consenso della persona responsabile.
Migliaia di agenti di polizia si sono poi radunati presso la proprietà e hanno formato un perimetro attorno a un numero crescente di manifestanti pro-Yoon, che sventolavano bandiere sudcoreane e gridavano slogan in suo sostegno.
L’ultima volta che Yoon ha lasciato la residenza, per quanto se ne sappia, è stato il 12 dicembre, quando si è recato nel vicino ufficio presidenziale per rilasciare una dichiarazione televisiva alla nazione, affermando, con tono di sfida, che avrebbe combattuto i tentativi di estrometterlo.
Il suo ministro della Difesa, il capo della polizia e diversi alti comandanti militari sono già stati arrestati per il ruolo svolto durante il periodo della legge marziale.
La corte costituzionale della Corea del Sud sta ora decidendo se rimuovere formalmente il signor Yoon dall’incarico.
Di fronte a una pressione crescente, il nuovo presidente ad interim, Choi Sang-mok, ha nominato martedì due nuovi giudici, il che potrebbe aumentare le possibilità che la corte confermi l’impeachment di Yoon.