Diddy, respinta dai giudici la richiesta di non far trapelare notizie ai mezzi di informazione
Continuano i “no” dei giudici alle richieste di Sean Diddy Combs. E’ stata respinta la proposta presentata dai legali del rapper affinchè sia impedito ai funzionari governativi di far trapelare informazioni ai media mentre il loro assistito rimane detenuto. Combs è dal 16 settembre rinchiuso nel carcere di Brooklyn per traffico sessuale e accuse di racket. Secondo i documenti in possesso del portale Page Six, venerdì 25 ottobre, il giudice Arun Subramanian titolare dell’inchiesta, ha risposto alla richiesta presentata dal team legale del rapper.
Sebbene Subramanian abbia rifiutato di adottare la richiesta presentata dal team di Combs, ha comunque adottato un ordine, secondo il quale gli agenti federali, gli investigatori e la squadra del rapper devono seguire le leggi che vietano loro di far trapelare procedimenti del gran giurì che possano essere inficianti in un processo equo. In sostanza potranno trapelare solo le notizie che non rischiano di inquinare le prove, quelle sostanziali dovranno rimanere depositate senza essere divulgate affinchè il processo non perda di equità.
Subramanian ha continuato: “La Corte prenderà le azioni appropriate per qualsiasi violazione delle regole”. I rappresentanti di Combs hanno rifiutato di commentare al portale le dichiarazioni dei giudici. La sentenza è arrivata dopo che gli avvocati del rapper, hanno accusato i giudici federali di aver fatto trapelare nelle settimane scorse alla stampa, i filmati del loro assistito che abusava dell’ex fidanzata Casandra “Cassie” Ventura.
I documenti ottenuti da Page Six, hanno rivelato che il team di Combs, ha affermato all’inizio di questo mese, che gli agenti governativi hanno dato il video alla CNN a maggio nel tentativo di “ferire mortalmente la reputazione e la prospettiva di Sean Combs di difendersi con successo da queste accuse. Ciò significa che gli agenti ne hanno abusato nel modo più dannoso possibile“.
“Il governo non era in possesso del video prima della sua pubblicazione da parte della CNN. Non c’è quindi una base fattuale per l’affermazione dell’imputato secondo cui il governo ha fatto trapelare il video alla CNN, in violazione della segretezza del gran giurì'”.