Diddy, scorrettezze in carcere, tentativi di corruzione e inquinamento prove
Sean ‘Diddy’ Combs si sta comportando bene in carcere? A quanto pare no, il rapper sta adottando dietro le sbarre il comportamento provocatorio e prepotente di cui hanno parlato nelle loro deposizioni tanti testimoni. I pubblici ministeri stanno accusando Sean “Diddy” Combs di aver tentato di “influenzare in modo corrotto” il suo processo per traffico sessuale eludendo il modo in cui le sue chiamate vengono monitorate in prigione, “ricattando le vittime” e altre minacce.
Il governo federale ha affermato in un’opposizione presentata venerdì e ottenuta da Page Six che da quando il magnate della musica è detenuto presso il Metropolitan Detention Center di Brooklyn, ha “ripetutamente” comunicato con gli altri in modi che violano i regolamenti della prigione. Presumibilmente ha usato i conti telefonici di “almeno altri otto detenuti”, apparentemente nel tentativo di evitare che i pubblici ministeri ascoltassero le sue chiamate con persone che non sono nella sua lista di contatti approvati.
I pubblici ministeri sostengono che Combs abbia pagato gli altri detenuti per utilizzare i loro conti tramite app di elaborazione dei pagamenti e depositi di conti di commissariato. Durante le chiamate, il rapper avrebbe anche violato un’altra regola istruendo la persona sull’altra linea – compresi i familiari e gli avvocati – a “aggiungere altre persone tramite chiamata a tre”.
“Questa pratica non è inoltre autorizzata dal BOP [Federal Bureau of Prisons] in quanto aiuta a nascondere le identità delle persone contattate”, affermano i documenti del tribunale. “Il ripetuto aggiramento dei regolamenti da parte dell’imputato, a partire quasi subito dopo l’arrivo in carcere, la dice lunga sulla sua capacità di rispettare eventuali condizioni di rilascio”. I pubblici ministeri sostengono che Combs abbia anche lanciato una strategia di “pubbliche relazioni” durante le sue chiamate nel tentativo di “utilizzare le dichiarazioni pubbliche per alterare la percezione pubblica”.