Droga e prostituzione, arrestata Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi

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Stefania Nobile, la figlia di Wanna Marchi, è stata arrestata a Milano insieme al suo ex compagno, Davide Lacerenza, nell’ambito di una operazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, che ha fatto luce su una attività di intermediazione di escort e droga che avrebbe procurato notevoli guadagni in concerto con Davide Ariganello, una sorta di factotum dei due, anche lui finito in manette ai domiciliari.
Lacerenza titolare della “Gintoneria”, un locale milanese abbastanza conosciuto, insieme alla Nobile avrebbero incassato dalla attività illecita oltre 900mila euro per i quali è stato disposto il sequestro e contestualmente apposti i sigilli al locale
I capi di imputazione
Le accuse nei confronti di Stefania Nobile, Lacerenza e Ariganello variano dalla detenzione e spaccio di stupefacenti fino al favoreggiamento, riciclaggio e induzione alla prostituzione. Per quanto riguarda la Nobile, la gip Alessandra Di Fazio, titolare dell’inchiesta, ha spiegato che per la ex imbonitrice televisiva è stata scelta la misura restrittiva dei domiciliari “alla luce dei precedenti penali vantati e della personalità dimostrata” sottolineando che è da escludere che “abbia avuto un ruolo nella parte dell’inchiesta relativa al consumo di stupefacente”.
Locale sotto sequestro
La Guardia di Finanza ha precisato che il locale gestito da Lacerenza è stato posto sotto sequestro, in quanto insieme a bevande di pregio e piatti gourmet, venivano “offerte” alla clientela sostanze stupefacenti, nonché la possibilità di usufruire delle prestazioni sessuali rese dalle escort. Nobile, Lacerenza e Ariganello avrebbero acquisito da tali attività, profitti illeciti, che venivano riciclati nell’attività commerciale.
Escort poco più che maggiorenni e clienti che arrivavano a spendere fino 70mila euro
Secondo quanto emerso dalle indagini le escort reclutate dalla Nobile e dai suoi soci erano poco più che maggiorenni e i clienti potevano arrivare a pagare tra droga e prostituzione fino a 70mila euro. Per usufruire dei “servizi” i clienti potevano avvalersi anche di un privé, “La Malmaison”, ma per i clienti più facoltosi il servizio di escort e droga poteva avvenire a domicilio sotto cospicuo pagamento.
Oltre le escort reclutate da Lacerenza e Nobile, anche altre che usavano il locale come “vetrina” per le proprie attività
Oltre le ragazze selezionate da Lacerenza e Nobile, per le quali sui due grava l’accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione, il locale era frequentato anche da escort “autonome”, che usavano il locale come vetrina per loro, facevano bere i loro clienti, facendo guadagnare il locale e poi si trasferivano con i loro clienti in alberghi della zona.
Per questa seconda attività Lacerenza e Nobile sono accusati di favoreggiamento. I clienti da quanto è emerso non sono indagati in quanto classificati dagli inquirenti come “consumatori di un servizio” per cui pagavano. Wanna Marchi, madre della Nobile, non risulta indagata.
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