Festival di Sanremo, il Codacons da l’aut aut a Carlo Conti

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Il Codacons diffida Carlo Conti dal portare sul palco del Festival di Sanremo artisti nei cui testi ci siano messaggi che incitano alla violenza o offendono le donne.
Nei prossimi giorni verrà reso noto il cast dei cantanti in gara al prossimo Festival, e già circolano nomi di papabili partecipanti, tra cui rapper come Tony Effe, che in passato si sono distinti per canzoni dai testi fortemente sessisti e per frasi che denigrano e offendono le donne e incitano i giovani alla violenza – spiega il Codacons – In un momento storico in cui la lotta alla violenza di genere, al bullismo e ai femminicidi è diventata prioritaria anche in Italia, la Rai non può in alcun modo andare controcorrente portando sul palco di Sanremo artisti che lanciano messaggi errati, diseducativi e pericolosi soprattutto per i più giovani.
E sul tema il Codacons lancia un attacco diretto al mondo delle radio e della discografia, ma anche ad alcune cantanti donne: etichette discografiche, emittenti radiofoniche e le stesse cantanti che realizzano duetti con rapper controversi (come nel caso di Emma Marrone) sembra che solo a parole si dichiarino contro la violenza sulle donne, ma nei fatti osannano e portano al successo pseudo-artisti che nei loro testi trasformano le donne in oggetto o contengono insulti e frasi sessiste.
Una ipocrisia ignobile e intollerabile che deve finire.
Per tali motivi il Codacons diffida formalmente la Rai e Carlo Conti ad introdurre una sorta di “daspo” a Sanremo 2025 per artisti che si sono contraddistinti per testi violenti o sessisti, e invita le cantanti donne a non partecipare al Festival se saranno accettati in gara rapper o trapper che hanno scritto brani offensivi verso il mondo femminile.
Non solo: se sul palco di Sanremo saliranno quest’anno artisti dai testi violenti, il Codacons è pronto a presentare una denuncia in Procura per la possibile fattispecie di induzione alla violenza sulle donne, e chiederà l’allontanamento dei cantanti dalla città ligure in analogia a quanto previsto dall’art 282 bis del Codice di procedura penale.
C’è chi, alla notizia, ha urlato la propria indignazione per quella che sembra avere i connotati della “censura” e chi, come noi, tira un sospiro di sollievo perché finalmente qualcuno ha dato voce, seria ed autorevole, ai nostri pensieri.
Nulla contro le persone, per carità, neanche le conosciamo se non per quell’immagine da bad boys che vogliono dare di se, ma non temiamo di essere smentiti quando sottolineiamo che alcuni messaggi, la maggior parte a dire il vero, espressi dalla scena rap/trap italiana sono pessimi.
La donna descritta e trattata come un oggetto, che si può comprare con una borsa firmata o che cerca solo quello, che diventa un’entità inanimata di cui entrare in possesso e non da amare.
Non si tratta di essere bigotti o provinciali, ma di osservare una realtà che ha preso una piega pericolosa e che va fermata, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Questo il testo di Miu Miu, uno degli ultimi successi di Tony Effe, il rapper preso ad esempio dal Codacons:
Prendo una bitch, diventa principessa
Le ho messo un culo nuovo, le ho comprato una sesta
Se non ti piace Louis V, andiamo da Chanel
Se ti piace Parigi, ti porto alla torre Eiffel
Ehi, ho un occhio chiuso e l’altro aperto
Mi sento come Guè Pequeno
Prendi l’anello più bello della boutique
Il vestito è Balenciaga, ti porto in un posto chicArriva Tony, inizia il party
Volano schiaffi e reggiseni da ogni parte
Con una sola botta faccio due gemelli
Il maschio lo chiamo “Gucci”, la femmina “Fendi”
Diventa rossa, la chiamo “Bambola”
Ferrari rosso, lo facciamo in macchina
Mi piaci così come sei fatta
Naturale, ma rifatta
E chi nega si rende doppiamente complice.
E ci si aspetta che chi abbia più “voce” in capitolo stia sempre dalla parte giusta della storia.
Abbiamo visto Carlo Conti pubblicare un video contro la violenza sulle donne, ebbene che alle parole, per una volta in questo Paese in cui l’incoerenza regna sovrana, seguano i fatti.