Giuseppe Scuccimarri 
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Marine Le Pen, il tribunale di Parigi ha deciso di condannare l’ex candidata alla presidenza all’ineleggibilità, con effetto immediato da lunedì 31 marzo. La leader dell’estrema destra francese è stata ritenuta colpevole di appropriazione indebita e dovrà scontare 4 anni di reclusione, di cui due senza condizionale con la possibilità di braccialetto elettronico. Per 5 anni non potrà essere eletta.
Un verdetto particolarmente atteso, la presidente dei deputati del RN (Rassemblement National) è stata condannata lunedì 31 marzo a una pena di ineleggibilità con effetto immediato nell’ambito del processo agli assistenti parlamentari dei deputati europei.
L’ex capo del partito con la fiamma è stata riconosciuta colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici . Il tribunale ha stimato che i danni totali ammontano a 2,9 milioni di euro, in quanto il Parlamento europeo “si è fatto carico di persone che in realtà lavoravano per il partito di estrema destra”.
Lei era “al centro di un “sistema organizzato”, hanno ulteriormente affermato i giudici lunedì. Il 27 novembre la procura aveva chiesto condanne particolarmente severe per Marine Le Pen.
La Procura aveva chiesto una pena di 5 anni di ineleggibilità
La Procura aveva chiesto una pena di cinque anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria, quindi di immediata applicazione, anche in caso di appello, oltre a cinque anni di carcere, di cui due con pena detentiva (pena riducibile), nonché una multa di 300.000 euro.
La Corte penale di Parigi ha ritenuto colpevoli di appropriazione indebita di fondi pubblici anche i nove eurodeputati del RN, tra cui il leader del partito di estrema destra, perseguiti nel caso degli assistenti parlamentari europei .
Ritenuti colpevoli anche i dodici assistenti processati
Ritenuti colpevoli anche i dodici assistenti processati insieme a loro, giudicati colpevoli di ricettazione.
I 25 imputati, dirigenti storici del partito, una guardia del corpo, un segretario e dei contabili, sono stati processati dal 30 settembre al 27 novembre per appropriazione indebita di fondi pubblici, complicità e occultamento di fondi pubblici.
La corte li ha accusati di aver utilizzato fondi europei per pagare funzionari e personale del partito tra il 2004 e il 2016. Tali accuse sono contestate dal Raggruppamento Nazionale (RN) e da Marine Le Pen.
La Corte ha ritenuto che non si trattasse di errori amministrativi o di un’errata interpretazione di norme europee confuse, bensì di un diversivo per ridurre l’onere a carico della parte.
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