Gaza, l’Ue volta le spalle al piano Trump per la ricostruzione

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Il ministro degli Esteri britannico David Lammy e i suoi omologhi di Francia, Germania e Ita
La proposta da 53 miliardi di dollari (41 miliardi di sterline), elaborata dall’Egitto (Gaza, gli Stati arabi propongono un’alternativa al piano di Trump) e adottata dai leader arabi martedì, è stata respinta da Israele e dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump , che ha presentato la sua visione (Trump, i piani per Gaza creano il caos internazionale) per trasformare la Striscia di Gaza in una “Riviera mediorientale”.
La dichiarazione dei ministri europei

Il comitato sarebbe responsabile della supervisione degli aiuti umanitari e della gestione degli affari della Striscia per un periodo temporaneo sotto la supervisione dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Nella dichiarazione rilasciata sabato dai quattro Paesi europei si afferma che sono “impegnati a collaborare con l’iniziativa araba” e apprezzano “l’importante segnale” inviato dagli Stati arabi sviluppandola.
Nella dichiarazione si afferma che Hamas “non deve più governare Gaza né rappresentare una minaccia per Israele” e che i quattro Paesi “sostengono il ruolo centrale dell’Autorità Nazionale Palestinese e l’attuazione del suo programma di riforme”.
Il criticato piano di ricostruzione di Trump
Ciò avviene dopo che il mese scorso Trump ha promosso una controversa visione di come potrebbe essere il suo piano per la Striscia di Gaza, una “Riviera del Medio Oriente”.
Il Presidente ha esposto un piano straordinario in una conferenza stampa con il primo ministro israeliano Netanyahu, affermando: “Gli Stati Uniti prenderanno il controllo della Striscia di Gaza e anche noi faremo la nostra parte”.
La proposta di Trump è stata accolta con critiche a livello mondiale sia dai legislatori che dagli analisti, che temono che il piano possa costringere la popolazione di Gaza, composta da due milioni di persone, a spostarsi. I critici statunitensi si sono chiesti se la visione del Presidente non avrebbe fatto sprofondare la nazione nel ruolo potenzialmente sanguinoso di potenza occupante.
Aaron David Miller, esperto di Medio Oriente che ha prestato consulenza ai segretari di Stato in numerose amministrazioni di entrambi i partiti, ha affermato che la reazione immediata tra i legislatori e i leader mondiali della regione è stata di “repulsione”.
Il video di Trump sul futuro di Gaza
Trump ha ulteriormente promosso il piano pubblicando un video di 35 secondi sul suo account Truth Social, che iniziava con la domanda: “Gaza 2025: cosa succederà dopo?”.
Il video generato dall’intelligenza artificiale, composto da una serie di immagini audaci e vistose, mostra un hotel Trump, una gigantesca statua dorata di Trump e un bambino che tiene in mano un palloncino di Trump tra splendidi complessi turistici sulla spiaggia.
Si vede il “First Buddy” Elon Musk lanciare soldi ai visitatori e ai bambini, mentre Trump balla con una danzatrice del ventre e beve cocktail con Netanyahu.
Il video ha creato scalpore online: alcuni utenti X lo hanno rapidamente definito “assolutamente orribile” e “sporcizia sulla scena mondiale”, mentre altri hanno sostenuto che è giunto il momento che le persone “iniziano a prendere più seriamente il piano di Trump per Gaza“.
La risposta della Casa Bianca alle critiche
La Casa Bianca ha risposto alle critiche in una dichiarazione al DailyMail.com: “Come ha affermato il presidente Trump, Gaza nelle sue attuali condizioni è inabitabile per qualsiasi essere umano”.
“Il presidente Trump è un visionario e il suo piano di coinvolgere gli Stati Uniti nella ricostruzione di Gaza consentirà ai palestinesi di reinsediarsi in nuove e splendide comunità, migliorando al contempo le condizioni nella regione per le generazioni a venire”.
Quasi 2 milioni di abitanti di Gaza sfollati a causa della guerra
Secondo le Nazioni Unite, circa 1,9 milioni di abitanti di Gaza sono stati sfollati a causa della guerra in corso tra Israele e Hamas, iniziata dopo che il gruppo terroristico palestinese Hamas ha attaccato Israele il 7 ottobre 2023, uccidendo circa 1.200 persone e prendendone in ostaggio più di 250.
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