Giambruno non convince neanche quando gioca in casa, parte bene ma poi cade nel vittimismo
L’intervista ad Andrea Giambruno non ha suscitato alcuno scossone, la mancata partecipazione a Belve per la decisione Mediaset di non firmare la liberatoria, ha prodotto come effetto una intervista insapore su Rete4, dall’ “amico” Del Debbio, di cui Giambruno è stato autore ai tempi di Quinta Colonna. Nessuna domanda scomoda quindi e nessun interesse dei telespettatori, che hanno disertato l’evento, lasciando al programma di Del Debbio il pubblico abituale. Peccato perché dalla Fagnani l’intervista avrebbe assunto tutt’altro tipo di appeal.
Come previsto non c’è stato alcun riferimento a Striscia la Notizia, divulgatrice dei fuori onda che sono stati causa del divorzio da Giorgia Meloni, quest’ultima assidua frequentatrice dello studio di Del Debbio. Un teatrino televisivo dei tanti a cui Mediaset ci ha abituati, che ha avuto il solo scopo di ripulire il personaggio, ottenendo l’unico risultato di innervosire chi cercava un minimo di pepe. Una persona d’altronde non la ripulisci se si parla poco o per niente delle cause per cui si è sporcata.
Giambruno in verità è partito pure bene, chiedendo scusa, ma poi è caduto in uno stucchevole vittimismo con la benedizione di Del Debbio, imperturbabile nel suo ruolo di lavatrice. “Chiedo scusa alle persone che hanno visto quel fuori onda e alla mia famiglia che tanto ha sofferto e avrei dovuto tutelare in modo diverso. Mi è dispiaciuto che mi si dipingesse come un mostro. Ci ho messo due mesi a rivedere quel fuori onda e quando l’ho rivisto ho avuto paura, non mi ci sono riconosciuto. Ho provato imbarazzo per me stesso perché io non sono così” ha dichiarato l’ex first gentleman.
Poi il racconto del turbamento della figlia nel sentire in TV che parlavano del padre come un ‘molestatore seriale’. Perché Giambruno abbia guardato con la figlia un servizio di cui già conosceva i contenuti scabrosi e come abbia fatto una bambina di allora 7 anni a capire il significato di “molestatore seriale” e a rimanerne turbata, non ci è dato saperlo, probabilmente il racconto ha fatto parte dell’operazione pulizia ed è stato costruito di sana pianta in redazione :
“Ti racconto un aneddoto. Mentre ero sul divano con mia figlia, un ospite di una trasmissione mi ha definito “molestatore seriale”. Io non sono un molestatore, e neppure un mostro, attenzione a come si utilizzano le parole. Questa esperienza – ha concluso Giambruno – mi ha fortemente ferito”
L’ex conduttore ha detto che bisogna stare attenti alle parole, e ha ragione, le parole hanno un peso, ma riesce veramente difficile non definire “molestatore” colui che si è visto nei fuori onda del tg satirico di Canale 5, lanciare avances scomposte nei confronti di una collaboratrice: “Sei fidanzata? Posso toccarmi il pacco? Lo sai che io e *** abbiamo una tresca? Stiamo cercando una terza partecipante perché noi facciamo le threesome”
Giambruno si è giustificando dicendo che le donne coinvolte in quei fuori onda “sono persone che conosco da anni. Con loro ho confuso un clima di amicizia con un clima di lavoro. È stato un errore e non lo rifarò più. Ho
chiesto scusa ai colleghi e le hanno accettate perché sanno che persona sono. Tra le persone che mi sono rimaste più vicine c’è quella interessata al fuori onda, quindi evidentemente così mostro non sono”.
Dall’imbarazzo con cui le “colleghe” evitavano le avances di Giambruno, non sembravano molto a loro agio, anzi, abbastanza “abituate a sopportare” le uscite fuori luogo del conduttore, un uomo di potere, grazie anche alla sua parentela con la premier. Non sappiamo se Giambruno sia un mostro, sicuramente però non è una vittima e l’intervista su Rete4 è stata una occasione persa.