Grande Fratello, cronaca di un copione già scritto
“Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone”, evidentemente questa citazione di Eleanor Roosvelt non è ancora giunta all’orecchio dei concorrenti della casa del Grande Fratello, né passati, ne presenti e, temiamo, neanche futuri.
Eh già, perché sembra che non imparare dagli errori altrui sia la conditio sine qua non non si possa essere scelti per partecipare alla soap più scontata mai prodotta in Italia.
Nel mentre nella casa si consuma l’ennesimo uno contro tutti (l’uno quest’anno è Jessica Morlacchi, l’anno scorso Beatrice Luzzi, due anni fa Nikita Pelizon, ecc.), fuori, quello dell’anno scorso ancora non si è esaurito.
Due contesti diversi, due persone diverse, portano ancora avanti la narrazione, costruita ad hoc dagli autori, di una Beatrice Luzzi brutta e cattiva e degli altri poveri succubi.
Quanto avrà influito sulla decisione di ritornare su cose accadute un anno fa, come nel caso di Lorenzo Remotti, alias il calzolaio, il fatto che Beatrice sia l’unica ad aver tratto reale giovamento lavorativo dall’esperienza gieffina e di essere stata promossa da concorrente a opinionista?
Attenzione, però, non si tratta solo di invidia professionale, comprensibile anche se non giustificabile; qui il gioco è chiaro. Parlare della Luzzi equivale, in soldoni, a far parlare di sé perché bene o male l’importante è che se ne parli.
Ed è questo lo spirito che ha mosso anche Perla Vatiero, la cui popolarità è in caduta libera dopo la fine della relazione con Mirko Brunetti (alla base della sua vittoria lo scorso anno) e alcuni movimenti social che alle sue fan, o pseudo tali, proprio non sono andati giù, a riproporre l’argomento Luzzi in un’intervista a Casa Chi.
Eppure, ad entrambi, un giro sui social avrebbe evitato questo errore: le cose del GF restano al GF.
Gli stessi user che si sono scannati, che hanno inviato aerei a sostegno, che hanno fatto le nottate per seguire la diretta, che si sono creati cento profili per votare il loro beniamino, una volta spente le luci della casa non vogliono sentir più parlare delle dinamiche messe in piedi da Fofò.
Tornando al nostro incipit, ed a corsi e ricorsi storici, dicevamo che il copione è sempre lo stesso, tanto da ritrovarci ad ogni edizione a dire sempre le stesse cose.
Anche quest’anno la quota bullismo ed isolamento è stata ampiamente raggiunta e superata: ma chi decide di assumere quel ruolo avrà un cachet più alto?
Nel caso non fosse così il caprio espiatorio di turno dovrebbe contrattare, d’altronde Daniel Pennac insegna, il suo signor Malaussène, capro espiatorio di professione, con il suo stipendio ci manteneva una famiglia numerosa.
Jessica Morlacchi si è immolata e non per la Patria. Yulia a parte, le due evidentemente si stanno sulle scatole a vicenda, a fomentare malevolenza e isolamento nei confronti della cantante romana ci sono le Non è la Rai, che non hanno altro argomento se non controllare, puntualizzare, ricamare su ogni sua mossa (spero di sbagliarmi ma ho sentito parlare di mani al collo o qualcosa del genere) e un tale Michael, ad oggi il comodino dell’edizione, che per sentirsi un attimo rilevante ha addirittura proposto una spedizione punitiva con 4 schiaffoni.
Di Yulia, che attacca la Morlacchi per i suoi disturbi alimentari, ne abbiamo già parlato; riprendo il discorso solo per puntualizzare che a prescindere dalle simpatie o antipatie o da quanto si venga, dal proprio punto di vista, stuzzicati, in un confronto a certe bassezze non si arriva mai.
Quando succede si autodefinisce sempre chi le compie e mai chi le subisce.
Ma anche questa è storia già scritta, del resto Yulia, diretta discendente della simpaticissima Anita Olivieri (qualcuno se la ricorda? Io si, purtroppo) come la sua predecessora, ha amicizie nelle basse leghe autorali, ipse dixit.