Il Ministero degli Interni sbugiarda Valditara, il commento di Gino Cecchettin
Dopo aver rovinato la festa per l’inaugurazione della Fondazione Cecchettin, il ministro Valditara è stato sbugiardato dai dati del Viminale. Ieri, 18 novembre, in un messaggio video, diffuso alla Camera dei Deputati, il ministro dell’Istruzione e del merito ha affermato che in Italia il patriarcato non esiste più dal 1975 e che i femminicidi sono figli, nella stragrande maggioranza dei casi, dell’eccessiva e incontrollata immigrazione. Una strumentalizzazione in piena regola, durante la quale non sono stati citati né Giulio Cecchettin, ideatore della Fondazione, tantomeno Giulia Cecchettin, morta a causa di 75 coltellate infertele dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta.
Quello di Valditara, invece che un elogio alla mission della Fondazione, è stato un discorso politico, atto a sminuire il concetto di patriarcato, motore di gran parte dei casi di femminicidio. La conferma che quella del ministro sia stata strumentalizzazione è arrivata dal Ministero degli Interni, i cui dati sui femminicidi certificano che quasi il 94% delle donne uccise nel 2023 sono morte per mano di italiani. Parlare di responsabilità degli immigrati oltre ad essere profondamente sbagliato equivale a sminuire le morti di tante donne, nonché mancare di rispetto ai Cecchettin.
Una mancata attenzione che la famiglia di Giulia non meritava, soprattutto perché Gino con tutto il suo carico di dolore per una perdita atroce, si è rimboccato le maniche per pensare a un progetto che parta dal basso e educhi gli studenti alla affettività, anzi, con la Fondazione che porta il nome di Giulia, auspica che in un futuro prossimo, nelle scuole possa essere introdotta un’ora obbligatoria di educazione all’affettività.
Valditara con il suo discorso non ha lasciato molte speranze a un tale obiettivo, per il ministro il patriarcato non esiste e i giovani non hanno bisogno di essere educati ad amare. Raggiunto dal Corriere della Sera Gino Cecchettin ha commentato le parole del ministro :
“Vorrei dire al ministro che chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi. Non ne farei un tema di colore, ma di azione. Di concetto. Non è che se neghi una cosa questa non esiste. Il ministro ha parlato di soprusi, di violenze, di prevaricazione, è esattamente quello il patriarcato ed è tutto ciò che viene descritto nei manuali. Mi sembra solo una questione di nomenclatura. E la parola, oggi, che mette paura: “patriarcato” spaventa più di ‘guerra’”.
Gino Cecchettin al quotidiano ha dichiarato che si tratta di un problema sociale :
“Si tratta di di un problema sociale, non ideologico: quando ci riapproprieremo tutti del significato di questa parola, vorrà dire che avremmo fatto metà della strada. Servirebbe uno sforzo educativo rivolto all’amare, non all’odiare, con Giorgia Meloni sarebbe bello un confronto, lei potrebbe molto”.
Tanti buoni progetti su cui costruire senza che gli stessi siano affossati dall’ideologia.