Iran, assassinati due giudici della Corte Suprema
Secondo i media statali, sabato un uomo armato non identificato ha ucciso due giudici di alto profilo fuori dalla Corte suprema dell’Iran, in quello che le autorità hanno definito un attacco terroristico.
Lo riferisce Teheran Times, che rilancia notizie dell’agenzia iraniana Fars.
I giudici Mohammad Moghiseh, 68 anni, e Ali Razini, 71 anni, intorno alle 10.45 ora locale, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco mentre la guardia del corpo di uno dei giuristi è rimasta ferita nell’attacco, ha affermato la magistratura.
L’aggressore ha aperto il fuoco in una piazza nei pressi della sede della Corte Suprema della capitale Teheran.
Secondo una dichiarazione della magistratura pubblicata dai media statali, i giudici Razini e Moqiseh avevano una lunga carriera e avevano presieduto casi riguardanti sicurezza nazionale, spionaggio e terrorismo.
Entrambi erano a capo di sezioni della Corte Suprema.
Secondo Mizan Online, sito della magistratura della Repubblica islamica, la magistratura iraniana ha descritto l’episodio come un attacco terroristico e le sparatorie come omicidi mirati.
L’aggressore si è ucciso prima che potesse essere arrestato, ha riferito Mizan. La polizia ha aperto un’indagine.
“Nell’ultimo anno, la magistratura ha intrapreso grandi sforzi per identificare spie e gruppi terroristici, una mossa che ha suscitato rabbia e risentimento tra i nemici”, ha affermato il portavoce della magistratura Asghar Jahangir.
La televisione di Stato ha affermato, senza fornire ulteriori dettagli, che molti dei casi erano collegati a persone legate a Israele e all’opposizione iraniana sostenuta dagli Stati Uniti.
Gli attivisti e gli esiliati ritenevano che entrambi i giudici fossero coinvolti nelle esecuzioni di massa dei dissidenti del 1988.
Razini era già sopravvissuto a un tentativo di assassinio nel 1998, mentre era a capo della magistratura a Teheran.
Moghiseh era sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti dal 2019, quando il Tesoro dichiarò che aveva “supervisionato innumerevoli processi iniqui, durante i quali le accuse non erano state provate e le prove erano state ignorate”.