Leonardo vittima di bullismo, disagio ed indifferenza
Leonardo, 15 anni, si è tolto la vita con la pistola d’ordinanza del padre, poliziotto municipale di Senigallia (Ancona).
Quando è stata data la notizia della sua scomparsa, ci si è allarmati: Leonardo era arrabbiato ed aveva una pistola. E’ stato dato l’allarme, si temeva per la vita degli altri ma nessuno ha immaginato che l’unico a dover essere difeso era proprio lui.
Leonardo, dopo aver subito soprusi, angherie, sfottò, cattiverie gratuite dai suoi compagni di scuola aveva raccontato quasi tutto ai genitori, il peggio lo aveva tenuto per se.
Aveva chiesto aiuto ed i genitori, a loro volta, avevano denunciato l’accaduto.
Non è servito però, Leonardo non ha retto il macigno enorme che stava portando ed ha deciso di voler mettere fine a quella sofferenza che ormai non gli dava più scampo, che gli toglieva il respiro.
Che ci sia una diretta correlazione tra bullismo e disturbi mentali negli adolescenti è stato ormai ampiamente confermato dagli studi scientifici.
Le vittime di bullismo spesso sviluppano problemi di salute mentale, come depressione, ansia, disturbi del sonno e una profonda insicurezza.
Quando questi problemi non vengono affrontati, si possono aggravare, conducendo una spirale di disperazione che, in alcuni casi, può sfociare in comportamenti autolesionistici o tentativi di suicidio.
Il legame tra bullismo e suicidio tra gli adolescenti è un fenomeno drammaticamente crescente. Il bullismo continuo può indurre le vittime a sentirsi isolate, impotenti e senza via d’uscita.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il suicidio è una delle principali cause di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 ei 19 anni. Sebbene il suicidio sia un fenomeno complesso, spesso influenzato da una combinazione di fattori psicologici e sociali, il bullismo è riconosciuto come un fattore di rischio significativo.
Alcuni adolescenti che subiscono bullismo per lunghi periodi sviluppano una sensazione di disperazione tale da credere che l’unica soluzione sia porre fine alla propria vita.
E se il bullismo tradizionale è spesso limitato all’ambiente scolastico o alle interazioni faccia a faccia, il cyberbullismo può seguire la vittima ovunque grazie alla costante connessione online.
La natura virale dei social media amplifica l’impatto del cyberbullismo, con contenuti offensivi che possono essere visti da centinaia o migliaia di persone in pochi istanti. Questo può aggravare il senso di vergogna e isolamento della vittima, rendendo difficile intravedere una via di fuga.
Affrontare il fenomeno del bullismo e il suo impatto sui suicidi adolescenziali richiede un impegno congiunto da parte di scuole, famiglie, e società in generale. È fondamentale promuovere una cultura della comprensione e della tolleranza, incoraggiando i giovani a denunciare i casi di bullismo e a sostenere i loro coetanei in difficoltà.
Le scuole, in particolare, possono svolgere un ruolo cruciale attraverso programmi di educazione emotiva e campagne di sensibilizzazione che insegnano ai ragazzi l’importanza del rispetto reciproco e dei danni che il bullismo può provocare.
Inoltre, è essenziale fornire alle vittime di bullismo il sostegno psicologico necessario per aiutarle a superare il trauma e ritrovare la fiducia in sé stesse.
Sensibilizzare, prevenire e sostenere sono le chiavi per ridurre il numero di giovani vittime di bullismo e garantire loro un ambiente sicuro, in cui crescere senza paura o oppressione.
Leonardo ha provato a combattere, con l’unica arma che aveva a disposizione: chiedere aiuto. Ma il suo grido è rimasto inascoltato da chi poteva e doveva sostenerlo: la scuola, le istituzioni.
Come siamo arrivati a questo punto? Come abbiamo fatto a svilire così tanto il valore di una vita? Come siamo riusciti a trasformare l’età della spensieratezza in un tritacarne da cui difficilmente si riesce a venir fuori illesi?
Se ancora oggi, di fronte a certi atteggiamenti violenti e inauditamente crudeli sentiamo parlare di “ragazzate”, se chi dovrebbe vigilare si distrae, se chi dovrebbe educare e punire, per costruire e mai per distruggere, è cieco e sordo davanti al problema, come faranno tutti i Leonardo, che purtroppo sono tanti, a sopravvivere?