L’Iran si ritira dalla Siria ma trama una nuova rivolta
L’Iran ha ritirato quasi tutte le sue truppe dalla Siria dopo la vittoria dei ribelli contro il regime di Assad, infliggendo un duro colpo all’influenza di Teheran nella regione.
Le forze iraniane, presenti da tempo in Siria sotto l’alleanza con il presidente Bashar al-Assad, sono praticamente scomparse, poiché i loro membri sono tutti fuggiti o hanno ricevuto l’ordine di ritirarsi da quando i ribelli hanno preso il controllo del Paese il mese scorso.
Immagini di veicoli militari, armi ed equipaggiamento abbandonati vicino al confine con il Libano suggeriscono che molti soldati iraniani sono stati costretti a fuggire rapidamente quando i ribelli, in solo 11 giorni, hanno preso il controllo della Siria.
Alla domanda se gli iraniani fossero davvero fuggiti dalla Siria, Barbara Leaf, la più alta funzionaria del Dipartimento di Stato americano per il Medio Oriente, ha semplicemente risposto: “Più o meno sì”.
La Siria era il principale alleato dell’Iran in Medio Oriente, il che ha contribuito a rafforzare l’autoproclamato “Asse della Resistenza” di Teheran, i cui rappresentanti terroristi avrebbero ripetutamente attaccato le basi statunitensi e israeliane.
L’Iran ha utilizzato la Siria anche per ospitare le basi di Hezbollah, che nel frattempo sono state distrutte da Israele o saccheggiate dalle forze ribelli.
Con Assad costretto a fuggire dal Paese dopo l’offensiva lampo dei ribelli, l’Iran ha di fatto perso il suo alleato chiave in Medio Oriente, cosa che non sfugge a Teheran che cerca di fomentare nuovi disordini in Siria.
La nuova leadership sunnita del paese ha trascorso anni ad opporsi all’Iran e al regime di Assad, con il principale gruppo ribelle, Hayat Tahrir al-Sham, che sembra essersi liberato del suo passato radicale nel tentativo di attrarre l’Occidente.
Il leader Ahmed al-Sharaa, che ha denunciato i suoi precedenti legami con al-Qaeda, ha affermato che la rapida vittoria del suo gruppo su Assad ha di fatto “fatto regredire di 40 anni il progetto iraniano nella regione”.
I funzionari ritengono che l’odio profondo dei ribelli e la loro sfiducia nei confronti di Teheran riusciranno a tenere il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica lontano dalla Siria.
Soprattutto riusciranno a impedirgli di ristabilire il suo ponte terrestre con Hezbollah, la cui leadership e le cui strutture hanno subito duri colpi da parte di Israele nell’ultimo anno.
L’Iran sembra riconoscere la minaccia rappresentata dal governo nascente dei ribelli, con i sostenitori della linea dura a Teheran che chiedono apertamente una controrivoluzione.
La scorsa settimana, l’organo di stampa dell’IRGC Sepah News ha criticato il nuovo governo siriano definendolo “terrorista takfiri”, termine usato dall’Iran per riferirsi ai membri dell’ISIS, con notizie di una nuova ed imminente rivolta a Damasco.