Mattino 5, il fratello di Turetta sminuisce il femminicidio, Mediaset continua a sdoganare la violenza

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Nella giornata in cui si dice “no” alla violenza contro le donne, Mediaset continua a proporre messaggi al contrario, quasi a voler giustificare scelte passate. Evidentemente a Piersilvio non è bastata la santificazione di Spolverato sabato sera durante il Grande Fratello, ma ha continuato nella sua opera di svilimento dell’emittente fondata dal padre, acconsentendo che nel giorno in cui è stato chiesto l’ergastolo per Turetta, omicida di Giulia Cecchettin, venisse mandata in onda un’intervista al fratello dell’omicida nel corso di Zona Bianca.
Mediaset non impara dai propri errori, con l’avallo dell’editore, proprio colui che aveva sbattuto i pugni sul tavolo contro la deriva che avevano preso alcuni programmi trasmessi sulle sue reti e che è costato l’ostracismo televisivo a circa 40 persone nonché l’allontanamento senza preavviso di Barbara D’Urso. Non staremo qui a sottolineare oltremodo quanto non sempre in materia di resa lavorativa, i figli abbiano le stesse capacità dei padri, fatto sta che appare alquanto strano che un editore non sappia cosa avvenga nella propria azienda.
Non possiamo quindi pensare che lui non abbia avallato la scelta della redazione del programma di approfondimento di Canale 5 di realizzare una imbarazzante quanto opinabile intervista al fratello dell’omicida della Cecchettin e di mandarla in replica a Mattino 5 proprio nel giorno in cui si pone l’accento a difesa delle donne vittime di violenza.
La trasmissione condotta dalla Panicucci, completamente insensibile al tono della giornata, ha completato l’opera mandando in onda un servizio su Alessandro Basciano, reduce da San Vittore dove ha soggiornato per 48 ore per aver esercitato stalking e minacce nei confronti della sua ex compagna Sophie Codegoni. Nel giro di due giorni Mediaset ha propinato, la santificazione di Spolverato, la redenzione di Basciano e la comprensione della famiglia di provenienza per Turetta, il tutto visto dalla parte dell’uomo, proprio in virtù di una visione patriarcale in cui è immersa la società attuale.
Il fratello di Turetta davanti ai microfoni Mediaset ha sminuito il femminicidio :
“Lui è mio fratello, punto. Basta. Non mi interessa di quello che è successo“ ha detto il giovane per sua stessa ammissione sminuendo le 75 coltellate che “suo” fratello ha inferto a colei che aveva deciso avrebbe dovuto restare comunque con lui, nonostante lo avesse lasciato.
Le dichiarazioni successive avrebbero indotto chiunque a non mandare in onda il servizio, quantomeno per rispetto della vittima, dato che Mediaset il rispetto per i telespettatori sembra averlo dimenticato da tempo: “Non voglio farmi condizionare da questa cosa che è successa e non credo di essere obbligato a farmi condizionare. Sono tranquillissimo e tutto qui, diciamo che non ci creerà differenze. Lui ha fatto una cosa e pagherà per questo, noi comunque gli staremo accanto come famiglia, perché in ogni caso abbiamo lo stesso sangue, i miei genitori sono i suoi genitori, gli vogliono bene. Sappiamo dovrà pagare per questo, tutto qui”.
“Tutto qui”, come si può usare una espressione del genere davanti a 75 coltellate e a un omicidio premeditato? Senza volerci ergere a giudici questo è figlio dello stesso padre dell’omicida, quel padre che nel primo incontro con il figlio in carcere dopo il delitto, lo incoraggiò dicendogli che si sarebbe sistemato tutto e non era un assassino. Un genitore che ha infilato la testa sotto la sabbia sminuendo il delitto commesso dal figlio e la violenza, le stesse cose che sta facendo Mediaset in questi giorni.
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