Morgan, lo stalking, la poca tutela per le donne e il silenzio dello Stato
In questa storia di stalking e non tutela, perdono un pò tutti, chi si è reso protagonista di un atto così vile e sessista, la vittima, costretta a subire in silenzio e tutti coloro che davanti a una storia del genere hanno deciso di salire sul treno dell’ipocrisia, quella gente comune che riempie ogni giorno i social di livore verso le donne e che oggi si è profusa (giustamente) in commenti pieni di sdegno verso quanto accaduto. La speranza è che lo sdegno per certe manifestazioni duri sempre e soprattutto che non sia proprio chi si è sdegnato ad essere motivo di sdegno per altri.
Adesso analizziamo i fatti, da una parte Morgan, un personaggio che da anni si rende protagonista di gesti al limite della civile convivenza, innalzandosi spesso a latore della verità assoluta, condendo il tutto con frasi omofobe, sessiste ed insulti. Un personaggio di quelli a cui non è stata data solo una seconda possibilità, ma che ha potuto usufruire di diversi “perdoni” mentre a qualcun altro, per molto meno, sono state chiuse tutte le porte.
Dall’altra, Angelica Schiatti, ex di Morgan, costretta a subire per 4 anni, le minacce, i dispetti e le angherie del cantautore, fautore di comportamenti vessatori che vanno dal revenge porn alla diffamazione sui social, agli insulti, fino ad arrivare ad assoldare due scagnozzi dalla Sicilia, due personaggi di quelli che è meglio non incontrare, a cui Morgan ha dato il compito di pestare di botte Calcutta, attuale compagno della Schiatti e di portarle la ragazza in quanto bisognoso di “svuotare le palle”.
Tutto questo modus operandi del cantautore è stato denunciato da Angelica, che per quattro lunghi anni ha sperato quantomeno in un provvedimento restrittivo o in un braccialetto elettronico, niente di tutto ciò, il processo è iniziato adesso per una serie di lungaggini burocratiche ed il giudice ha ritenuto opportuno chiedere un tentativo di ricomposizione della crisi tra le parti. In pratica Morgan e la Schiatti dovrebbero parlarsi, chiarirsi per intenderci, nulla di più utopistico e surreale, una beffa dentro la beffa, una attesa di 4 anni, minacce, violenze ripetute e continue, per poi sentirsi dire, ‘provate a fare pace’.
E’ accaduto che Selvaggia Lucarelli abbia voluto scoperchiare la pentola sulla vicenda, mettendo tutto nero su bianco e fornendo le prove documentali su quanto stesse asserendo. La collaboratrice de Il Fatto Quotidiano, non ha omesso nulla, divulgando anche i particolari più agghiaccianti, soprattutto sottolineando le cose che fanno più male, la lentezza della magistratura, il menefreghismo delle Istituzioni e l’ipocrisia delle medesime.
Proprio alla suddetta ipocrisia Angelica Schiatti si è rivolta in una storia Instagram, nella quale, dopo aver ringraziato gli utenti social e i personaggi dello spettacolo per la solidarietà ricevuta, ha urlato il suo sdegno sottolineando che nessuna donna meriterebbe di essere abbandonata, come accaduto con lei, davanti a situazioni del genere. Purtroppo per uccidere servono pochi secondi, vedere uno Stato che impiega 4 anni per fissare una udienza è sconfortante. A cosa serve invitare a denunciare se poi chi dovrebbe essere tutelato viene lasciato solo?
Calcutta, rapper e fidanzato di Angelica, ha precisato che nell’ambiente si conoscevano le “gesta” di Morgan, ciononostante la Warner Music Italy, non ha esitato nel far sottoscrivere un contratto al cantautore. Il rapper ha aggiunto che quanto raccontato dalla Lucarelli è solo una minima parte di un comportamento vessatorio da parte di Morgan, che ha reso la loro vita un inferno, modificandone irrimediabilmente le abitudini. Non solo, Calcutta ha precisato di non volere più alcun tipo di collaborazione con una major sodale di uno stalker.
A fronte di tali rivelazioni la Warner, forse più per forma che per moto spontaneo, ha dato incarico ai propri legali di interrompere la collaborazione con Morgan, d’altro canto la Rai, anch’essa accusata da Calcutta di connivenza con il cantautore, con una nota ha precisato di non avere in essere alcun tipo di collaborazione con Morgan. E mentre gran parte del mondo musicale e l’opinione pubblica hanno mostrato solidarietà, le Istituzioni sono rimaste in silenzio, nessun commento social da parte del Governo, nessun mea culpa di circostanza, tantomeno promesse su maggiori tutele per le donne vittime di comportamenti vessatori da parte di uomini, ex compagni o mariti.
Un silenzio assordante che da una donna, madre, italiana e cristiana come Giorgia Meloni stride non poco. E’ mai possibile che un Primo Ministro donna sia così poco attenta alle esigenze e alla tutela delle donne, tanto da mancar loro costantemente di rispetto? La Premier a nostro avviso sta buttando all’aria una grossa occasione, dare l’esempio di una donna emancipata e di potere che metta in condizione il genere femminile di poter ambire a posti di potere.
Nulla di tutto ciò, la Meloni sta trattando le donne come un patriarca, che le vuole in cucina e allevatrici di figli, con i pro vita nei consultori quando vogliono abortire, e perchè no, sottoposte alle angherie degli uomini. Duro da dire, ma a chi governa la figura dell’uomo soverchiatore sembra piacere a tal punto da passare sopra anche agli atti persecutori dei medesimi. Una donna che resta in silenzio e che forse dà ordine di tacere al suo entourage su episodi come quello venuto alla luce oggi è quanto di più sconfortante possa esserci.
Frustrante per chi vuole sentirsi tutelata e al sicuro, prendere atto di uno Stato assente, di provvedimenti che non arrivano e di Forze dell’Ordine che rispondono svogliatamente quando le si chiama per chiedere aiuto. Uno Stato scollato dal Paese reale, che si riempie la bocca di frasi fatte o si rifugia nel silenzio senza trovare soluzioni. Questa sera siamo tutti un pò Angelica, soprattutto una di quelle Angelica, e in Italia ce ne sono tante, che non sono personaggi pubblici e non hanno la possibilità di essere ascoltate, il nostro pensiero e il nostro abbraccio va a loro.
Tutto ok ma non condivido il parere su Meloni e non capisco cosa c’entri lei col lassismo della magistratura, organo ben distinto e indipendente dal Governo. Accusare poi la PRIMA donna che RIESCE ad essere PRESIDENTE del Consiglio di modus operandi patriarcale è assurdo: a prescindere dai pareri politici, ella resta proprio l’esempio di quanto una donna possa sdoganarsi dai cliché che l’hanno sempre “incatenata” a ruoli subalterni rispetto agli uomini.