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Due opere d’arte trafugate nel secondo dopoguerra sono rientrate a Napoli e sono state reinserite nella collezione artistica della città metropolitana.
Si tratta de “L’Oracolo di Delfo”, dipinto dal napoletano Camillo Miola, e del “Ritratto di Vittorio Emanuele III”, realizzato dal calabrese Achille Talarico.
I due quadri, ritrovati grazie all’intervento della procura di Roma, erano finiti illecitamente all’estero e in mani private prima di essere riportati in Italia.
Il viaggio e il recupero de “L’Oracolo di Delfo”
La prima delle due opere, un olio su tela datato 1880, era scomparsa nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale.
Attraverso il mercato antiquario statunitense, il dipinto era finito nelle collezioni del Getty Museum di Los Angeles.
Le indagini del Reparto operativo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale hanno rivelato che nel 1972 l’opera era entrata ufficialmente nel mercato dell’arte americana.
Gli esperti del museo californiano non avevano prestato attenzione a un dettaglio importante: il sito web del Getty riportava la provenienza del dipinto dalla pinacoteca provinciale di Napoli, un’informazione che per il diritto statunitense non implicava alcuna restrizione.
Tuttavia, gli studiosi italiani, collaborando con la procura di Roma, hanno riconosciuto subito la natura illecita della cessione.
Individuato nel 2013, il quadro era stato acquistato originariamente dalla Provincia di Napoli nel 1881 per 3.500 lire e figurava nei cataloghi ufficiali fino al 1912.
L’opera rappresenta una sacerdotessa in piena estasi profetica, mentre pronuncia il responso. Due sacerdoti cercano di sorreggerla mentre un terzo annota le sue parole. Davanti a lei, due supplici inginocchiati stringono ramoscelli d’alloro, avendo appena offerto monete d’oro in dono.
Il ritrovamento del “Ritratto di Vittorio Emanuele III”
Il secondo dipinto, un olio su tela del 1902, era stato commissionato dalla Provincia di Napoli per adornare l’aula consiliare di Santa Maria la Nova. Dopo essere stato smarrito per decenni, è ricomparso in un’asta nel 2023, permettendo il suo recupero in Italia.
Con molta probabilità, il ritratto fu dipinto basandosi su una fotografia del re scattata nel 1900.
Le indagini, partite da una pubblicazione sul sito di una casa d’aste, hanno portato all’identificazione di un collezionista privato, il quale risultava inconsapevole della provenienza illecita dell’opera.
La cerimonia di presentazione e la nuova esposizione
Alla cerimonia di presentazione del recupero hanno preso parte diverse figure istituzionali, tra cui il procuratore aggiunto di Roma Giovanni Conzo, il soprintendente Luigi La Rocca del Ministero della Cultura e il sindaco metropolitano Gaetano Manfredi.
Manfredi ha sottolineato l’importanza di questi recuperi, spiegando che i dipinti arricchiranno la collezione d’arte della città e saranno valorizzati attraverso una nuova esposizione:
“Apriremo uno spazio espositivo a Santa Maria la Nova, per consentire a cittadini e turisti di ammirare questo straordinario patrimonio artistico dell’Ottocento”
ha dichiarato il sindaco.
Nel frattempo, entrambe le opere rimarranno in mostra fino al 28 febbraio nella Sala Cirillo di Palazzo Matteotti, con ingresso gratuito dalle 9:00 alle 13:00.
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