Neonato in fin di vita, seviziato dal padre, voleva il sussidio di invalidità
Il primo ricovero nel luglio scorso, un neonato è stato ricoverato all’ospedale di Vicenza, per gravi problemi respiratori e all’apparato digerente, un quadro clinico preoccupante al quale i sanitari hanno prestato le proprie cure e la propria professionalità. Il personale ha cominciato a insospettirsi quando si è reso conto che le condizioni del piccolo invece di migliorare peggioravano.
Dopo l’ennesimo ricovero, i medici rendendosi conto che il piccolo paziente non migliorava, hanno deciso di trasferirlo presso l’ospedale di Padova, ma anche dopo il trasferimento le condizioni non continuavano a migliorare, da lì il sospetto che il problema non fosse soltanto di natura clinica. La direzione sanitaria del nosocomio patavino, ha quindi allertato la Procura. La Polizia sospettando che ci fosse qualcosa di poco chiaro ha deciso di installare delle microcamere nella stanza del bambino.
Da qui la rivelazione sconvolgente, durante l’orario di visita, ignaro delle telecamere, il padre del piccolo, un ragazzo di 23 anni, approfittando dell’assenza dei medici ha per inserito le dita nel cavo orale del figlio per provocare gravissime lesioni a faringe, lingua, tonsille e trachea. Al quadro già di per sè sconvolgente si aggiungono lesioni ai reni, provocate sempre dall’uomo, che è stato arrestato per maltrattamenti e lesioni.
Dietro tanta brutalità si nasconderebbe un motivo economico, il padre voleva rendere il figlio invalido per poter ottenere i relativi sussidi dallo Stato. Un movente agghiacciante, una violenza inaudita, contro quello che per un genitore dovrebbe rappresentare il bene più caro, foriero di un amore incondizionato.
Dalle parole del Dott. Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’ospedale di Padova, il racconto angosciante di quanto accaduto :
“Vedevamo che nonostante tutti gli sforzi che venivano fatti da un punto di vista terapeutico qualcosa continuava a non andare, non ci aspettavamo che la motivazione fosse quella che è poi risultata essere. Per il bimbo stanno proseguendo le cure, sperando che ci possa presto essere un miglioramento e che possa quindi guarire anche se sarà un percorso lungo. I nostri operatori sono professionisti esperti, sono abituati a lavorare in situazioni molto delicate quindi sanno come comportarsi laddove c’è qualche sospetto senza minimizzare alcuna problematica. “
Poi la rivelazione devastante, casi del genere sono in aumento:
“Non ho numeri precisi ma in questo periodo ne abbiamo visti diversi, è un termometro di quanto succede nella nostra società. Siamo all’interno di un contesto sociale che per certi aspetti si sta evolvendo in maniera preoccupante perché si sente sempre più spesso parlare di violenze e aggressioni. Per quanto riguarda questo caso specifico a livello umano ci troviamo di fronte a una situazione pesante, ci si chiede come si possa arrivare a tanto, ovvero a infierire su un bambino dopo il ricovero”
Un racconto crudo che invita a riflettere sui tempi che stiamo vivendo :ragazzini che si uccidono tra loro, un giovane padre ventiduenne che perpetra violenza sul figlio neonato per ottenere i sussidi statali, un direttore sanitario che afferma che i casi delle violenze sui minori sono in aumento, indicando come causa il contesto sociale. La preoccupazione più grande dopo il susseguirsi inarrestabile di episodi di violenza è rendersi conto di quanto tra i giovanissimi il valore della vita abbia perso il suo significato.
Si uccide per i motivi più futili, per capire cosa si prova nel vedere morire una persona, per discriminazione o semplicemente per uno sguardo non dovuto o per una sigaretta, torneremo sul tema, non si può assistere impassibili a una carneficina, relegando il tutto a fattori generazionali lontani da noi. Non comprendere o sottovalutare il disagio altrui non rappresenta la soluzione, ma molto spesso ne è la causa.