Neonato morto a Bari, ipotesi ipotermia
Un nuovo tassello si aggiunge al triste puzzle della morte del neonato trovato senza vita nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Bari.
Secondo i primi risultati dell’autopsia, il piccolo, di meno di un mese di vita, sarebbe deceduto a causa dell’ipotermia.
L’autopsia e le indagini
L’esame autoptico, condotto dal professor Biagio Solarino presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, ha evidenziato che la bassa temperatura sarebbe stata la causa del decesso del neonato.
I risultati definitivi dell’autopsia, che includeranno anche l’analisi dei tessuti e dei liquidi prelevati durante l’esame, saranno disponibili tra circa due mesi.
Nel frattempo, la Procura di Bari prosegue le indagini, ipotizzando il reato di omicidio colposo a carico del parroco, don Antonio Ruccia, e del tecnico che ha installato la culla termica.
Don Ruccia, assistito dall’avvocato Salvatore D’Aluiso, ha nominato come consulente di parte il dottor Mariano Manzionna, primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale San Paolo di Bari. Il tecnico, invece, è difeso dall’avvocato Giovanni De Leo e non ha ancora nominato consulenti.
Il ruolo del blackout
Un elemento cruciale nelle indagini è il blackout che ha colpito la zona della parrocchia il 14 dicembre scorso. Prima del guasto, era stata effettuata una manutenzione alla culla termica, durante la quale era stato sostituito l’alimentatore e verificato il corretto funzionamento.
Dopo il ripristino dell’energia elettrica, il funzionamento della culla era stato nuovamente controllato. Gli inquirenti stanno cercando di capire se il malfunzionamento della culla possa essere in qualche modo collegato all’interruzione dell’erogazione elettrica.
La solidarietà di un imprenditore
Intanto, Roberto Savarese, l’imprenditore che ha rinvenuto il corpo del neonato, ha deciso di farsi carico delle spese funebri del piccolo, sottolineando l’importanza di dare una degna sepoltura a un bambino così piccolo e indifeso.