Omicidio Saman, i genitori incolpano lo zio della ragazza

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“Saman non la abbiamo uccisa noi. Ho sentito Danish che ha dichiarato che erano presenti lui e gli altri due, quindi penso siano stati loro tre” Il padre di Saman Abbas, uccisa nella notte tra il 29 e 30 aprile 2021, davanti ai giudici della corte d’Appello di Bologna si è proclamato innocente scagionando anche sua moglie, madre della vittima.
Secondo l’accusa e stando anche alle deposizioni di Alì, fratello di Saman e figlio della coppia, la sera in cui la giovane fu uccisa, vide lo zio che la strattonò e la portò fuori casa insieme ai suoi genitori. La famiglia non accettava che la ragazza volesse seguire il suo cuore e restare con il ragazzo che amava senza piegarsi al matrimonio combinato dai parenti con una persona di loro conoscenza.
Nel processo di primo grado, Shabbar, padre di Saman e la madre sono stati condannati all’ergastolo, lo zio Danish a una pena di 14 anni, mentre i due cugini sono stati assolti. Nella scorsa udienza Danish Hasnain ha raccontato di aver rinvenuto il corpo senza vita della nipote, nelle serre vicine all’abitazione degli Abbas e di avere “solo” partecipato alla sepoltura.
La deposizione della madre di Saman
Nazia Shaheen, madre della vittima, nella sua deposizione ha negato tutte le accuse, è scoppiata a piangere diverse volte, avvolta nell’abito tradizionale pakistano e aiutata nella traduzione da un interprete : “Io sembro essere in vita ma in realtà mi sento morte e finché non morirò passerò la mia vita piangendo. Ho insistito di voler rientrare in Italia per dire la verità. Non riesco a dimenticarmi di Saman, ho sempre il suo ricordo. Siamo usciti insieme, ho visto Saman che si stava incamminando molto velocemente. Poi l’ho vista sparire”
La donna ha raccontato ai giudici che la sera della scomparsa di Saman, lei e il marito la avevano pregata di non andarsene da casa, mentre lei non voleva restare, aveva deciso di continuare a vivere nella comunità che aveva scelto come nuova famiglia. “Voglio precisare che non siamo stati noi genitori a uccidere nostra figlia. Abbiamo fatto molta fatica a crescere i nostri figli. Ho forte dolore, dal momento in cui l’ho scoperto fino ad oggi. Lo avrò per tutta la vita” ha concluso la donna.
La deposizione del padre di Saman
Anche il padre di Saman, Shabbar Abbas, condannato all’ergastolo in primo grado insieme alla moglie, ha ribadito la sua estraneità all’assassinio della figlia: “Come ha detto mia moglie noi uscimmo di casa, lei (Saman) andò nella strada, era buio, non abbiamo visto nulla. Pochi momenti prima c’era stata una chiamata di Saman, che aveva fatto dal bagno: ha detto ‘vieni a prendermi’. Pensavo fosse il ragazzo con cui stava e per quello chiamai Danish per dirgli: fatevi trovare per dargli una lezione, ma non picchiatelo troppo”
Shabbar Abbas ha aggiunto che lui uscì di casa per assicurarsi che Danish e i cugini di Saman non esagerassero con le botte al ragazzo: “Uscii di casa per vedere che non facessero qualcosa di grave, ma non ho visto nessuno, non ho sentito nessuna voce. La mattina dopo chiesi a Danish cosa avevano fatto col ragazzo, mi dissero che non avevano fatto niente, non erano neanche venuti sul posto, poi siamo partiti per il Pakistan”.
Dichiarazioni in completa distonia con la deposizione del super testimone,(Saman Abbas la confessione del fratello: “La prese mio zio”) Alì Abbas, secondo cui la ragazza uscì di casa insieme a madre, padre e zio che fecero ritorno qualche ora dopo senza di lei.
Alle richieste del giovane su dove fosse Saman i suoi parenti risposero che bisognava pregare per lei, successivamente il giovane è venuto a sapere che zio e cugini scavarono la buca (Saman Abbas, il fratello: “Zio e cugini scavarono la buca”) dove fu sepolta Saman
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