Pandoro gate, impugnabile la querela del Codacons
La querela presentata dal Codacons nei confronti di Chiara Ferragni a proposito del Pandoro Gate, potrebbe rivelarsi un buco nell’acqua. L’Associazione si sarebbe fatta portavoce dei consumatori senza aver ricevuto mandato dagli stessi a rappresentarli, pertanto la querela avrebbe dovuto al tempo essere presentata in proprio nome e non per conto di terzi. L’opposizione, da quanto si apprende da fonti vicine all’imprenditrice digitale, è arrivata dai legali della Ferragni e ha sortito la dura reazione dell’Associazione dei Consumatori.
In una nota il Codacons ha fatto sapere che l’Associazione per lo scopo specifico di tutela per cui è stata creata, ha diritto di intervenire in difesa dei diritti dei cittadini autonomamente qualora fosse certa di danni perpetrati verso questi ultimi. A conforto il Codacons ha portato una sentenza del Consiglio di Stato che tra le righe le darebbe ragione, ma che di fatto non è specificata e tantomeno assorbita, nell’attuale Ordinamento in vigore.
Stando all’Ordinamento, le denunce eventuali dei consumatori sono arrivate dopo il deposito della denuncia e senza mandato di rappresentanza. Qualora tale mandato fosse stato esercitato, il Codacons avrebbe dovuto depositare ulteriore denuncia, che invece non c’è stata. Tanto rumore per nulla?
Il Codacons ha comunque il potere di rappresentare sé stesso in giudizio, sempre se dimostrerà di essere stato truffato in prima persona, ma a fronte di tanta acredine contro i Ferragnez, appare poco realistico che l’Associazione abbia comprato un pandoro di Chiara.