Se mi avessero detto, solo qualche settimana fa, che mi sarei trovata a difendere Perla Vatiero mi sarei fatta una sonora risata. Ed invece eccomi qui, e da ridere c’è ben poco.
Perché avrei riso? Perché non l’ho mai nascosto, Perla non mi ha mai ispirato molta simpatia: italiano sgangherato, pronuncia da brividi ed eccessiva supponenza.
Detto questo, però, ci sono principi intoccabili a prescindere da simpatie ed antipatie.
I suoi fan, anche se alcuni andrebbero chiamati stalker, le hanno fatto vincere la scorsa edizione del Grande Fratello e l’hanno eletta nuova eroina nazionale per motivi che non ci è dato comprendere.
Fatto sta che ogni sua mossa, ogni suo gesto, ogni suo respiro è stato osannato ma si sa, i fan o presunti tali a volte è meglio perderli che trovarli.
Tutto bellissimo fino a qualche settimana fa quando Perla e Mirko Brunetti, il suo fidanzato storico e protagonista, come lei dell’amara sagra dei #perletti si sono lasciati di comune accordo.
La storia dei due è assai travagliata ed ha tenuto l’Italia intera con il fiato sospeso, ha fatto sognare, sospirare, gioire e piangere ma, come spesso capita alle grandi storie d’amore, è finita.
Fin qui nulla di strano (si fa per dire) se non fosse che i suoi sostenitori, se dapprima hanno sperato in un ritorno della royal couple, una volta messisi l’anima in pace hanno iniziato una campagna denigratoria nei confronti di Perla, accusandola di ogni nefandezza, affibbiandole ogni genere di colpa, etichettandola con ogni genere di epiteto, con tanto di comunicati ufficiali sui social, di quelli con sfondo nero e scritta bianca, dare ancora più forza alla decisione di volerne prendere le distanze.
In effetti Perla si è macchiata di una colpa gravissima: voler vivere la propria vita senza dover dar conto a nessuno.
Ma quello che per i più è cosa normale, per i fan spesso non lo è, per loro il mondo gira al contrario.
Quindi Perla dovrebbe struggersi per l’amore finito per un periodo che va dai 12 ai 18 mesi, in base all’integralismo del fan di turno, trascorrere almeno altri 12 mesi in lutto al termine del quale potrebbe chiedere il permesso, alla sua fan base, di poter tornare a vivere, sempre che il consenso sia unanime e sancito da un suffragio universale.
Qui, necessariamente, devo farmi seria: vi rendete conto il punto di ossessione a cui si arriva?
Chi dice di sostenerti dovrebbe appoggiare le te scelte o criticarle, se ritenute errate, ma per costruire e non per distruggere.
Siamo, invece, arrivati al punto che i fan, o sedicenti tali ,vogliono decidere della tua vita, stabilire cosa è giusto o sbagliato per te, e se non ti allinei sei il nemico, colui da offendere, denigrare, su cui sfogare le proprie frustrazioni.
O peggio ancora, si immedesimano così tanto nella tua vita da viverla per te, in fuga da una realtà che non si ha voglia, modo, volontà di cambiare.
Quello che sta succedendo a Perla è un film già visto, il copione è sempre lo stesso cambiano solo i nomi dei protagonisti.
Mentre scrivo penso a tutto il tempo trascorso da queste persone sui social a controllare mosse, commenti, segui, like invece di uscire e vivere, ecco a queste persone un umilissimo consiglio: uscite, toccate l’erba, camminate “a piedi nudi nel parco”, costruite la vostra di vita, siate attaccanti e non giocatori di rimessa con le vite altrui.