Pescara, detenuto si uccide in carcere, scoppia la rivolta
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Rivolta dei detenuti sedata con molta fatica dalla polizia penitenziaria nel carcere di Pescara. Tutto è avvenuto nella mattinata di lunedì 17 febbraio allorché un detenuto nordafricano recluso nella struttura, si è tolto la vita in cella subito dopo avere avuto un colloquio con l’area medica del penitenziario.
Alla notizia di quanto era successo, i circa 250 detenuti di tutta la sezione hanno cominciato una violenta protesta, rompendo o danneggiando le apparecchiature di videosorveglianza e bloccando i poliziotti intervenuti per bloccare la rivolta, diventati immediatamente oggetto del lancio di materiali vari e della polvere degli estintori.
L’ira dei detenuti
I detenuti al limite della rabbia, hanno pesantemente danneggiato gli impianti idrici, divelto porte e cancelli e messo fuori uso gli impianti elettrici. Sono stati anche appiccati incendi a materassi e suppellettili, un detenuto è anche riuscito a salire all’ultimo piano del penitenziario, dove sono ubicati i collaboratori di giustizia, mentre altri si sono spinti fino al muro di cinta del carcere.
La rivolta è stata sedata completamente solo in serata, quando alle 19,00 si è concluso il lavoro di chiusura nelle rispettive celle di tutti i detenuti ubicati nella sezione rivoltosa. Dati i danni e la devastazione di alcune celle, si è reso necessario il trasferimento di alcuni detenuti in altre sezioni, mentre circa 40 sono stati smistati in altri istituti di pena.
Piano terra penale completamente distrutto
A operazioni di ripristino dell’ordine completate, sono cominciate quelle del computo dei danni: l’intero piano terra penale del carcere è stato distrutto completamente, 8 poliziotti penitenziari sono rimasti intossicati e accompagnati al pronto soccorso, un appartenente al Corpo con un braccio ingessato per frattura e un altro in osservazione per presunta lesione muscolare.
“Quella del carcere di Pescara è una situazione grave e più volte denunciata dal sindacato– ha dichiarato Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria)- con un sovraffollamento che si avvicina al 180% e una carenza di personale che, nonostante le ultime assegnazioni, si avvicina al 30%, con carichi di lavoro aumentati a dismisura per le accresciute incombenze quali anche quelle relative ai colloqui”.
A fine serata, si è diffusa la notizia ancora da confermare, dell’avvicendamento dei vertici della struttura.
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