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“Razzista, fascista, pezzo di merd*” sono state le parole pronunciate in un italiano stentato da Molko, frontman della band inglese dei Placebo, la sera dell’11 luglio 2023 e dedicate “alla vostra Giorgia Meloni“. Tutto è accaduto al Festival Sonic Park a Stupinigi (Torino), un siparietto chiuso da un inequivocabile “fafancu…”
Immediata durante l’intermezzo fu la reazione dei cinquemila spettatori, che quella sera non risparmiarono applausi e grida di approvazione, parecchi dei quali non esitarono a riprendere la scena con i propri smartphone e a diffondere il tutto sul web.
Il reato di vilipendio per l’episodio è scattato d’ufficio in quanto Meloni investita di un ruolo istituzionale. Successivamente è stata la stessa premier con l’assistenza di un legale a presentare denuncia
I pubblici ministeri già dallo scorso anno si sono messi all’opera per attivare il complesso meccanismo per notificare a Molko, che risiede a Londra, la notifica della conclusione delle indagini preliminari.
Date le circostanze i giudici hanno dovuto attendere l’autorizzazione a procedere del ministero della Giustizia, per poter contestare il reato al cantante necessaria per contestare il delitto. Adesso, ad autorizzazioni ottenute, potranno proseguire con la convocazione in giudizio.
Per il reato di vilipendio, l’imputato in caso di condanna è punito con una ammenda che varia dai 1000 ai 5000 euro. Molko non è nuovo a esternazioni e gesti too much durante le esibizioni, resta nella memoria la sua ospitata al festival di Sanremo 2001, insieme alla sua band, quando mostrò il dito medio alle telecamere, sfasciando poi la sua chitarra elettrica su un amplificatore. Comportamenti da rocker che non tutti accolsero positivamente.
I Placebo sono una band internazionale di rock alternativo che in quasi trent’anni di carriera ha venduto più di 14 milioni di dischi in tutto il mondo.
Nella questione potrebbero entrare in gioco le discussioni sulla libertà di espressione, il diritto di critica e i limiti che possono o non possono essere imposti all’esuberanza di un artista, il tutto potrebbe anche concludersi con le semplici scuse da parte dell’artista.
Quello contro Molko non è il primo procedimento contro esponenti del mondo musicale condotto dalla Procura di Torino. Nel 2023 i PM chiesero gli arresti domiciliari per i componenti della P38, gruppo hip hop che cantava di Brigate rosse, attentati e anni di piombo, ma la Cassazione disse ‘no’.
Lo scorso anno i medesimi hanno contestato a due anarchici l’apologia di reato per il testo di una canzone, ma pare che la contestazione non abbia avuto seguito.
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