Puff Daddy, gli avvocati del rapper accusano di razzismo la corte federale
Il processo a Sean Combs, in arte Puff “Diddy” Daddy, ha varcato ormai da settimane i confini degli Stati Uniti ed è diventato oggetto di interesse dei media mondiali, sia per l’entità delle accuse che pendono sul capo di Diddy, sia per l’incriminazione per favoreggiamento che potrebbe a breve associare altre celebrities nella vicenda. Erano innumerevoli i Vip che partecipavano agli ormai famigerati White Party organizzati da Combs nelle sue ville e nonostante qualcuno stia cercando di smarcarsi prendendo le distanze da Diddy, diversi video e fotografie nelle mani degli investigatori che seguono il caso attesterebbero la frequentazione di Combs con diversi personaggi famosi.
Malgrado le accuse di violenza sessuale e racket, Combs è apparso sereno nella prima udienza del processo il 10 ottobre scorso, i legali del rapper sono riusciti nell’intento di spostare le udienze in primavera, ma non in quello di ottenere la libertà su cauzione per il loro assistito. L’avvocato Marc Agnifilo, uno dei difensori di Diddy ha accusato il giudice federale di accanimento contro Combs, definendo “razzista” il procedimento, volto, a suo dire, a danneggiare un uomo nero e di successo.
Il giudice ha reputato le parole dell’avvocato prive di fondamento, come anche l’accusa rivolta dai difensori alla corte federale di avere volutamente divulgato, i filmati in cui Daddy riempie di botte la ex fidanzata Cassie Ventura, per creare odio verso di lui. A questo proposito il procuratore federale ha precisato che chi deve giudicare è tenuto a non rivelare informazioni alla stampa, aggiungendo che i file e i dati raccolti durante le perquisizioni devono ancora essere analizzati nella loro interezza.
In aula erano presenti anche i familiari di Daddy, la madre 84enne e sei dei sette figli del rapper, proprio la madre di Combs, Janice con una lunga lettera si era espressa, alla vigilia dell’udienza, contro il linciaggio mediatico nei confronti del figlio, la donna è stata vista anche lanciare baci a Daddy nel corso del processo. L’imputato la scorsa settimana ha comunque ricevuto le visite dei suoi familiari presso il carcere dove è detenuto, a testimoniarlo alcuni video e fotografie diffusi dal portale americano TMZ, che sta seguendo passo passo la vicenda suscitando l’interesse e a volte la curiosità di chi sta seguendo il caso.
Diddy resterà comunque in carcere, in quanto, secondo il parere del giudice, la sua notorietà potrebbe intimidire potenziali testimoni e quindi intralciare il normale svolgimento del procedimento, a tutto ciò si aggiunge anche il non tanto remoto rischio di fuga, Combs potrebbe usare un volo privato per lasciare gli Stati Uniti e far perdere le sue tracce. L’insistenza degli avvocati di parte nel presentare istanze di libertà su cauzione per il loro assistito sembra al momento aver suscitato l’effetto contrario.
Sono state infine smentite le voci circa uno sciopero della fame intrapreso dal rapper, apparso molto dimagrito dopo queste prime settimane di detenzione. Il tutto sembra derivare da un cambiamento di regime alimentare da parte di Combs, il medesimo prima dell’arresto, a quanto affermano persone che lo conoscono, stava cambiando il suo stile di vita, facendo esercizio e mettendosi a dieta, il fatto di aver rifiutato a volte il cibo datogli in carcere deriva da una scelta legata al suo benessere fisico e alla sua salute, non a forme estreme di protesta.