Rai, Le stagioni dell’amore incrementa la stagione dei flop
Potremmo dire che fino a quando si lasceranno passare i remake di vecchi programmi per innovazioni, i risultati non saranno mai eccezionali. “Le stagioni dell’amore” non è altro che la rivisitazione in chiave over del Gioco delle Coppie, un format storico Mediaset anni ’80 e ’90 che chi mastica un pò di televisione ed ha più di 40 anni ricorderà senz’altro. Dopo aver visto il programma della Venier si rimane interdetti. In conferenza stampa a settembre è stato detto che il format è famosissimo in tutta Europa e forse il peccato originale consiste proprio in questo, si continuano ad acquistare prodotti che vanno bene altrove cercando di adattarli ai gusti televisivi italiani, toppando clamorosamente.
Non sono chiari i motivi per cui la Rai insista con la Venier, nonostante la stessa conduttrice ripeta da tempo che vorrebbe restarsene a casa, nello specifico in questa occasione le si può dare della svogliata, ma non buttarle addosso il carico di un programma in cui lei si limita a narrare e a fare da filo conduttore a diverse storie. Non sappiamo in Europa, dove dicono che il format furoreggi, ma in Italia senz’altro gli over 60 sono quelli che hanno voluto mostrare nella prima puntata, possiamo capire che la vita non sempre porti dove si voglia andare, ma la narrazione da ultima spiaggia appare un pò too much.
Il meccanismo sarebbe anche abbastanza semplice, ma è reso ingarbugliato dall’inserimento di terze persone che fungono da avatar e che oltre a rallentare il ritmo, si muovono con imbarazzo nel ripetere le azioni che vengono suggerite e i partecipanti stessi hanno poco tempo per raccontarsi e farsi conoscere. Tra l’altro appare anche abbastanza irreale che qualcuno racconti episodi importanti della sua vita a un avatar, che impersona qualcuno che forse conoscerà per due minuti.
Le stagioni dell’amore somiglia a un dating sullo stile di quelli proposti da Real Time, forse poco adatti alla televisione generalista, sicuramente mal confezionato, senza appeal e con una idea di fondo mal sviluppata, che invece di esaltare i protagonisti li espone al pubblico ludibrio. Potrebbe funzionare meglio, probabilmente, se fossero tolte narrazione e avatar e fosse proposto come una rivisitazione di Primo Appuntamento, avrebbe l’aria di una rielaborazione, ma sicuramente ne acquisterebbe in identità. Male la prima.