Report, record di ascolti per l’aggressione di Boccia a Sangiuliano e il conflitto di interessi al Ministero della Cultura
Dietro la vicenda Boccia-Sangiuliano, c’è un panorama più ampio, che da quanto emerso dall’inchiesta di Report andata in onda, ieri sera, domenica 27 ottobre, cela anche una intricata vicenda di favori politici e conflitti d’interesse. Sangiuliano dopo l’inchiesta della trasmissione di Rai3, appare come l’anello debole della catena, qualcuno su cui si sia voluta esasperare a mezzo stampa una vicenda sentimentale, per allontanare l’attenzione sul farraginoso scambio di favori in essere da tempo al Ministero della Cultura.
Si tratta di un vero e proprio intreccio che oltre a investire l’ex ministro e la sua assistente amante, vede coinvolti anche l’attuale ministro della cultura, Giuli, e Francesco Spano, ex segretario generale del Maxxi ed attuale capo di gabinetto del ministero. L’inchiesta di Report è partita con uno spaccato su tutta la vita politica e privata di Giuli, un racconto che parte dalla frequentazione di ambienti legati all’estrema destra fino all’ombrosa gestione del Maxxi di Roma e l’organizzazione di mostre al solo fine di accontentare solo una parte politica, fino ad arrivare alla nomina a ministro.
A questo punto si inseriscono le dimissioni di Sangiuliano e la verità sulle ferite procurategli dalla rabbia di Mariarosaria Boccia. L’aggressione sarebbe avvenuta il 16 luglio in una camera dell’Hotel Nazionale di Sanremo in seguito a una lite furiosa tra i due amanti, motivo scatenante l’ammissione dell’allora ministro di voler continuare la relazione con la sua assistente, ma di non avere alcuna intenzione di lasciare moglie e famiglia. L’assistente in uno scambio di chat successive si scusa, giustificando il suo gesto con la rabbia di non poter avere Sangiuliano tutto per sè.
L’ex ministro intanto la sera dell’aggressione ha provveduto a scattare le foto di quanto subito a causa dell’ira della sua amante, una lunga ferita che gli attraversa tutta la testa. Foto della cui esistenza Sangiuliano ha sempre parlato e che ieri Ranucci ha mostrato nel corso del servizio di Report. Il racconto della crisi di gelosia è servito come cuscinetto gossip per introdurre la seconda parte dell’inchiesta, collegata ai presunti favoritismi e conflitti d’interesse avvenuti al Ministero della Cultura.
L’inchiesta di Rai3 ha analizzato il ruolo di Francesco Spano, ex direttore generale del Maxxi, che secondo il racconto che ne ha fatto Ranucci “è diventato l’uomo ombra di Giuli nei suoi due anni di presidenza del Maxxi, per passare alla funzione di capo di gabinetto del ministero dopo il defenestramento di Francesco Gilioli, testimone di alcuni passaggi clou della querelle Sangiuliano-Boccia, e messo alla porta, coincidenza, pochi giorni dopo la sua deposizione in Procura”
Dimissioni che secondo il conduttore di Report “sono arrivate dopo le anticipazioni di Report, che ha scoperto un importante conflitto di interesse all’interno della Fondazione Maxxi, e dopo la pubblicazione di alcune chat interne a gruppi di Fratelli d’Italia che avevano esposto Spano a insulti di natura omofoba”
Il ministro Giuli già da giovedì, da quando si è diffusa la notizia di presunti favoritismi nei confronti di Spano, ha fatto sapere che avrebbe visto la trasmissione di Rai3 andata in onda domenica sera, al telefono con il suo avvocato, rivendicando anche il diritto alla privacy a suo avviso non rispettato dai giornalisti :
“Giovedì mattina e giovedì sera ho avuto la troupe delle Iene sotto casa, la sera tornavo con la moglie da Venezia dove ero stato per una presentazione alla Biennale, la troupe mi ha quasi aggredito fisicamente, mia figlia di 9 anni non smetteva di piangere perché ci stava aspettando sul balcone col fratellino di 6 anni… Va bene servire la Patria, è un dovere essenziale, ma penso che lo sia proteggere la propria famiglia, i bambini”
Tornando a Report, Ranucci ha fatto luce anche su altri conflitti di interesse riconducibili a Spano :
“Nel 2017 – ha raccontato Ranucci – Spano è stato al centro di un’inchiesta de Le Iene per un finanziamento a una associazione per i diritti dei gay quando era direttore dell’ufficio antidiscriminazione del governo Renzi. Dopo la trasmissione ha querelato alcuni dei giornali che avevano parlato del suo caso. A fargli da avvocato è stato Marco Carnabuci, poi diventato consulente legale al Maxxi, nonché compagno di Spano, a cui si è unito civilmente”
Infine il conduttore ha parlato di un altro caso Boccia, quello di un collaboratore del ministero che avrebbe prestato il suo apporto gratuitamente per la mostra sui futuristi e che poi sarebbe stato messo alla porta per meri motivi politici. Si tratta del Prof. Alberto Dambruoso, titolare della cattedra di Storia dell’arte all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone.
Raggiunto dagli inviati di Report, il professore ha raccontato : “Ho ricevuto anche io un incarico che non è stato poi formalizzato. Nel senso che io non ho avuto il contratto” A quanto pare Sangiuliano gli avrebbe preferito “quelli della sua parte politica”.