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A Roccella Jonica c’è stata una strage di migranti simile a quella accaduta a Cutro, è quanto è emerso nella puntata di Report andata in onda il 27 ottobre scorso su Rai3. La notte tra il 16 e il 17 giugno 2024, una barca a vela con a bordo turisti francesi scorge in mare a circa 120 miglia dalle coste calabresi un’altra barca in grave stato di avaria, quasi affondata, a bordo 12 migranti, una piccola parte di un gruppo più ampio, di circa 76 persone, che si sono imbarcate una settimana prima in Turchia. Di tutte le persone imbarcate circa un terzo sono bambini. I soccorsi arrivano in ritardo e il risultato è una strage.
Il servizio della trasmissione di Rai3 ha ripercorso punto per punto il susseguirsi delle operazioni, da quando i naufraghi vengono trasportati in Calabria dalla Guardia Costiera fino a quando alcuni vengono trasferiti e “nascosti” in ospedali di altre regioni. Dal momento in cui i naufraghi, non tutti, vengono recuperati, comincia a calare un misterioso silenzio su tutte le operazioni.
Le operazioni di trasporto dei cadaveri recuperati in mare avviene di notte, in località distanti centinaia di chilometri tra loro, pertanto diventa subito difficile tenere un computo preciso dei morti, ma soprattutto diventa praticamente impossibile per i media documentare quanto accaduto.
I parenti che devono riconoscere i corpi, recuperati nei giorni successivi in mare, sono costretti a girare tra diversi ospedali, mentre anche i vivi vengono dislocati in posti diversi, anche questi distanti tra loro diversi chilometri in altre province o regioni. I morti non vengono commemorati da nessuno, nessuna parte politica ne parla, non c’è nessun messaggio di cordoglio e soprattutto non c’è alcun comunicato da parte del Governo.
La trasmissione di Rai3 attraverso il suo conduttore, Sigfrido Ranucci, si è chiesta i motivi di un tale silenzio. E’ stato dato ordine di insabbiare quanto accaduto per evitare similitudini con la tristemente nota strage di Cutro? Quest’ultima un anno e mezzo fa, mise in seria difficoltà il Governo per la forte ondata d’indignazione a livello internazionale pertanto andava evitata un’altra situazione del genere per scongiurare un terremoto mediatico e le speculazioni politiche?
“Tutta l’informazione è blindata– ha dichiarato nel servizio di Report, Sergio Scandurra di Radio Radicale –la vita, la morte, il soccorso delle persone in mare sono trattati come un segreto di Stato”
Inquietante anche che nonostante il servizio di Report visto da oltre 2 milioni di telespettatori, pochi giornali abbiano parlato della strage, morti senza nome per lo Stato mai esistiti.
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