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Migliaia di persone, tra cui intellettuali, artisti e sindaci provenienti da tutta Italia, si sono riuniti sabato in Piazza del Popolo a Roma per riaffermare i valori fondanti dell’Unione Europea e rilanciare l’unità in un momento critico per l’istituzione.
La manifestazione “Una piazza per l’Europa” nasce da un appello pubblico lanciato dal giornalista e scrittore Michele Serra sulle pagine di La Repubblica, che proponeva un grande raduno apartitico per riaffermare i valori fondanti dell’Unione Europea, di democrazia e di pace, invitando cittadini, enti locali, sindacati e movimenti civici a unirsi sotto il vessillo azzurro.
In migliaia si sono radunati in Piazza del Popolo, sventolando bandiere europee. Hanno partecipato anche diversi sindaci italiani, così come il sindaco di Barcellona Jaume Collboni, che ha accettato l’invito del suo omologo romano, Roberto Gualtieri.
Un’iniziativa considerata un successo dagli organizzatori, che non solo hanno riempito la piazza, che può contenere circa 20.000 persone, ma che hanno anche dovuto installare degli schermi nelle aree circostanti affinché le migliaia di persone radunate potessero seguire i discorsi.
Si stima che fossero oltre 50.000 le persone presenti.
La manifestazione è stata sostenuta da diversi leader politici, come la segretaria del maggiore partito di opposizione, il Partito Democratico (PD), Elly Schlein, il leader di Azione, Carlo Calenda, e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, oltre a esponenti di Italia Viva e +Europa, mentre tra gli organizzatori non era presente alcun partito della maggioranza di centro-destra.
Gli appoggi sono arrivati principalmente dalle forze di opposizione, ad eccezione del leader del Movimento Cinque Stelle (M5S) Giuseppe Conte, che ha criticato l’evento per la sua presunta ambiguità sulla questione del riarmo.
Per la prima volta da molto tempo, anche le tre maggiori confederazioni sindacali (CGIL, CISL e UIL) hanno sostenuto l’iniziativa.
In piazza si sono sentite posizioni trasversali sui temi di maggiore attualità, come il riarmo europeo, e lo stesso Serra ha affermato che emergeranno diverse visioni della difesa comune europea: “Alcuni esprimeranno una posizione pacifista con simboli di pace, mentre altri ribadiranno il loro sostegno all’Ucraina con i colori della sua bandiera”.
“Siamo tanti. Siamo tanti perché siamo un popolo, una parola che negli ultimi anni è stata eliminata dalla democrazia, pur essendo la più democratica delle parole”, ha detto Serra dal palco di Piazza del Popolo.
E ha aggiunto: “L’Europa non è un concetto astratto. È la salvezza. Ricordiamocelo quando respingiamo i migranti. E ricordiamocelo quando pensiamo che la resistenza degli ucraini sia solo un fastidio che ci impedisce di riposare in pace”, ha aggiunto il giornalista.
Durante la manifestazione, si sono susseguiti interventi di artisti, attori, cantanti e intellettuali, tra cui lo scrittore Antonio Scurati, l’architetto Renzo Piano e il cantautore Roberto Vecchioni.
Inoltre, è stato letto un messaggio dello scrittore spagnolo Javier Cercas, che ha sottolineato l’importanza dell’unità europea di fronte alle sfide attuali.
Antonio Scurati, autore dei bestseller sul dittatore Benito Mussolini, ha affermato: “Rifiutare la guerra non significa sentirsi impotenti. Non siamo persone che radono al suolo le città. Non massacriamo civili o deportiamo bambini per usarli come riscatti (…) Ho trascorso anni a fare reportage sul fascismo e sulle guerre, questo mi ha insegnato che combattere è diverso dalla guerra, essere contro la guerra non significa rinunciare a combattere”.
In un’altra piazza di Roma, piazza Barberini, il partito Potere al Popolo e altri movimenti legati all’estrema sinistra hanno manifestato “contro la piazza guerrafondaia ed europeista voluta da Michele Serra” e hanno bruciato bandiere europee.